Il Parlamento ha definitivamente convertito in legge il decreto-legge n. 91 del 2017 contenente disposizioni sul Mezzogiorno. All’interno di questo provvedimento, il testo originario governativo conteneva una disposizione su un regime agevolato a favore dei consorzi agrari che non trovava alcuna giustificazione nella materia oggetto del decreto-legge.

Il Governo è ritornato inopinatamente sulla materia Federconsorzi, adducendo requisiti di necessità e urgenza, nell’ambito di un provvedimento che riguarda tutt’altro.

Invece di affrontare l’argomento in modo complessivo e a favore di tutto il comparto agricolo, ancora una volta si è scelta la strada di far fronte ad esigenze contingenti dettate dalla crisi irreversibile dei 20 consorzi agrari rimasti.

I consorzi agrari già godono dal 2009 del riconoscimento ex legge del requisito della mutualità prevalente, indipendentemente dai criteri stabiliti dal codice civile (a differenza di ogni cooperativa agricola che deve passare attraverso una rigorosa dimostrazione giuridica ed economica), ma non è bastato.

Il Parlamento, in questa Legislatura, ha sempre respinto tutti i tentativi di dare legislativamente una soluzione improponibile al problema. Anche durante la discussione del decreto-legge n. 50 del 2017 (c.d. manovrina) il Governo ha presentato un emendamento volto ad arginare la situazione debitoria dei consorzi agrari istituendo un fondo di 40 milioni per il 2018 presso l’ISMEA: l’emendamento è stato ritirato a “furor di popolo” in quanto privo di sostegno anche tra le file della Maggioranza.

Essendo la strada parlamentare impervia, il Governo ha pensato di inserire nel testo originario di un decreto-legge (Mezzogiorno) una ulteriore disposizione di vantaggio per i consorzi agrari, attribuendo natura mutualistica alle attività esercitate da società di capitali partecipate dai consorzi agrari.

Il Parlamento è riuscito ad attenuare tale disposizione togliendo l’automaticità dell’attribuzione della natura mutualistica e imponendo il rispetto degli scopi e delle finalità mutualistiche dei consorzi.

Confagricoltura ribadisce la sua contrarietà a disposizioni che non solo alterano la causa essenziale consortile ma tradiscono e annacquano il principio della mutualità intesa come scambio prevalente tra cooperativa e socio e il principio di non lucratività, in quanto non si possono considerare come prestazioni mutualistiche le prestazione delle società lucrative.

Confagricoltura ritiene che nonostante le disposizioni che tendono ad alterare il principio della libera concorrenza e che risulteranno illegittime anche sotto l’aspetto della compatibilità con il Trattato UE, la sorte dei consorzi agrari sia segnata in quanto la gestione degli stessi si è sempre più allontanata dagli interessi dei soci e dagli scopi generali a favore del settore agricolo per cui sono stati istituiti.

Confagricoltura auspica l’apertura di un tavolo governativo con le associazioni degli agricoltori al fine di valutare complessivamente la situazione dei consorzi agrari ed individuare soluzioni idonee e compatibili con la situazione complessiva del settore agricolo e nell’interesse dei soci dei consorzi agrari.