Siamo alla fine di luglio e, come tutti gli anni, facciamo un po’ “i conti” sulle nostre attività appena passate e sui nostri progetti futuri.

Con gioia abbiamo visto crescere negli anni i nostri “fan” e le nostre conferenze, spettacoli, gite, iniziative di vario genere sono sempre seguite con affetto.

Abbiamo collaborato e collaboriamo con piacere con tante altre associazioni di Sassuolo e, per fortuna, abbiamo sempre l’appoggio dell’amministrazione comunale alle nostre iniziative.

Ma non vogliamo e non dobbiamo dimenticare il valore principale per cui e su cui è stata fondata la nostra associazione: un’associazione di donne di varie età, esperienze e professionalità che persegue, vuole far conoscere, cerca di fare prevenzione e si impegna per la valorizzazione delle donne in ogni campo e contro la violenza di genere.

I numeri e le storie raccapriccianti che si susseguono in questi mesi, e negli ultimi giorni in particolare, ci fanno rabbrividire: giovani uomini che uccidono giovani donne “Perché mi aveva sgridato per le briciole sul tavolo …”, donne uccise perché “Non potevo accettare il suo rifiuto a stare ancora con me …”, donne ammazzate perché “O mia o di nessun altro …” e così via in un elenco infinito di orrore e terrore.

Mentre in Tunisia da pochi giorni si è finalmente arrivati ad un voto storico, atteso da decenni, dove il parlamento tunisino ha approvato all’unanimità, con 146 voti a favore, la legge organica contro la violenza e i maltrattamenti sulle donne e per la parità di genere volta anche ad eliminare ogni forma di disuguaglianza tra i sessi anche sul lavoro, qui in Italia, dove da decenni si affronta il problema, sembra che non cambi mai niente o che addirittura si stia tornando indietro, a prima delle lotte femministe degli anni ’60.

Facile cadere nelle frasi fatte e nelle valutazioni su cosa e chi deve fare qualcosa.

Molto più complesso e difficile analizzare e cercare punti chiave validi per trovare l’inizio di un lungo lavoro dove tutti sono invitati a fare la propria parte (uomini, donne, istituzioni, politici …) per capire cosa di deve realmente fare per dare finire a questo massacro.

Il problema culturale è sicuramente a monte di tutto ciò. Ancora oggi la donna, madre, compagna, amica, per molti, è “un oggetto” da possedere non un soggetto da vivere.

Fin dalla più tenera età, sia dalla famiglia che dalle istituzioni scolastiche, deve arrivare e deve essere diffusa un’educazione all’amore e al rispetto che da adulti non faccia cadere in gravi errori di violenza psico-fisica che provoca quello che vediamo e leggiamo tutti i giorni.

E non è un problema di bassa scolarizzazione perché i dati più recenti ci dicono che i titoli di studio delle persone che commettono e subiscono violenza è sempre più alto.

Non bisogna mai dare nulla per scontato e non basta dirlo una volta affinché tutti sappiano: è bene insistere, parlarne e non mollare mai l’attenzione su questi temi.

Non più tardi di ieri è stato reso noto (articolo Ansa del 27/7/2017) che solo nella provincia di La Spezia, negli ultimi mesi, sono state assistite dall’ASL territoriale oltre 180 donne che si sono rivolte ai centri anti violenza per abusi di vario genere. Non osiamo pensare nei comuni con maggiore densità di popolazione !

Dall’inizio dell’anno sono già 41 i femminicidi avvenuti nel nostro paese e sappiamo già che la strage non è finita e che arriveremo verso fine anno, come ormai consuetudine, con numeri a tre cifre.

Bisogna parlare, parlarne e studiare a fondo questo problema, sempre e dovunque.

Bisogna sensibilizzare l’attenzione dei media e delle istituzioni.

Bisogna anche fermarsi e condividere idee, progetti, azioni che possano servire ed aiutare le donne coinvolte a non restare sole e a non sentirsi abbandonate nella paura e nel timore di azioni e reazioni ancora più violente.

Siamo molto preoccupate di questo e anche di un problema ancora più grave che vediamo venire avanti: la solitudine e la mancanza di confronto con l’altro sesso dei cosiddetti “millennial” (cioè i giovani nati a cavallo del 2000), i nativi “digitali”.

Questi ragazzi e ragazze che hanno sostituito lo schermo di un cellulare o di un computer alla relazione “faccia e faccia”, che hanno sostituito le parole dette con parole scritte fredde e senza enfasi, che hanno sostituito i gesti del corpo con faccine ed emoticon troveranno sulla loro strada grandi difficoltà nella relazione uomo-donna

Tutto sembrerà virtuale anche quello che è reale. Film, gioco o verità ?

Grande dilemma …

Ci piacerebbe con l’inizio delle nuove attività previste per l’autunno incontrare tutti quelli che hanno a cuore questo tema e parlare, sviscerare e trovare l’inizio di un discorso, di un progetto da fare insieme, tutti insieme, uomini, donne, bambini, ragazzi.

Perché, come sempre, è insieme che si fa la differenza.

Buone vacanze e arrivederci a presto.

Circolo Culturale Artemisia