Dal 1 luglio al 30 settembre, come ogni estate, la Regione Emilia-Romagna ha attivato la fase di attenzione per gli incendi boschivi, che diventa fase di preallarme da venerdì 14 luglio  a domenica 27 agosto, per cui è dichiarato lo stato di grave pericolosità.

Durante questo periodo anche i volontari della Consulta Provinciale del Volontariato per la Protezione Civile affiancheranno i Vigili del Fuoco in attività di avvistamento e spegnimento incendi, mentre i Carabinieri Forestale attivano pattuglie per attività di prevenzione e repressione.

Dal primo luglio, presso la sede dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile di Bologna, è attiva la Sala Operativa Unificata Permanente (SOUP) tutti i giorni dalle 8 alle 20; a supporto, operano funzionari delle Prefetture e dei Comuni oltre a volontari di protezione civile dei vari coordinamenti provinciali. In orario notturno è attivato un servizio di reperibilità e la risposta alle chiamate d’emergenza viene garantita dalle sale operative dei Comandi provinciali dei Vigili del Fuoco.

Durante la fase di preallarme la Consulta di Modena, in stretto contatto con l’Agenzia regionale, fornirà supporto per avvistamento e interventi di lotta attiva e bonifica degli incendi di bosco (AIB).

In particolare, il sabato e la domenica, dalle 14 alle 19, quando il rischio è più alto a causa delle maggiore presenza di persone in appennino, viene effettuato un servizio di monitoraggio da 7 postazioni fisse (Monte Calvanella, Monte Cantiere, Sasso della Croce, Monte Nuda, Monte Ravaglia, Torre di Gaiato, Monte Pizzicano) per rilevare prontamente l’insorgere di eventuali focolai che potenzialmente potrebbero trasformarsi in incendio.

Accanto a queste attività di avvistamento fisso, che vengono svolte dal 2004 e coinvolgono circa 200 volontari appositamente formati, vengono svolte attività di avvistamento mobile, effettuati dai volontari delle squadre di spegnimento con i relativi mezzi. Questi volontari possono verificare le segnalazioni dei punti fissi ed eventualmente procedere allo spegnimento, in coordinamento con la SOUP, e alla bonifica ovvero al presidio di un’area di bosco recentemente bruciata in modo da evitare la ripresa del fuoco (compito lungo e impegnativo, non meno importante dello spegnimento).

Queste attività vengono svolte da 100 volontari formati e attrezzati (dotati di appositi dispositivi di protezione individuale ignifughi e antifumo) divisi in 8 squadre (Vignola, Lama Mocogno/Montefiorino, Serramazzoni/Pavullo, Guiglia, Sassuolo, Modena 1, Modena 2, Fanano/Pievepelago). Ciascuna squadra è dotata di un mezzo fuoristrada con modulo atto allo spegnimento. I mezzi vengono dislocati nei territori di pertinenza delle squadre per permettere una più rapida attivazione. Vengono garantite 2 squadre in prima partenza (entro 3 ore) e 2 squadre in seconda partenza (entro 6 ore).

Per coordinare le attività di avvistamento e spegnimento è attiva, presso il Centro Operativo Unificato Provinciale di Marzaglia, una sala operativa del volontariato con un coordinatore e addetti alle radiocomunicazioni e segreteria.

Il supporto fornito dai volontari di protezione civile alla lotta contro gli incendi boschivi viene fornito anche nelle giornate infrasettimanali, attraverso un servizio di avvistamento mobile svolto da una squadra di 3 volontari certificati AIB provvisti di DPI e dotati di mezzo fuoristrada con modulo antincendio.

Date le condizioni climatiche siccitose delle ultime settimane, dall’inizio della fase di attivazione sono già stati svolti interventi di spegnimento e bonifico da parte dei volontari modenesi, come quello della scorsa settimana a Savigno, in supporto ai volontari di Bologna e sotto il coordinamento dei Vigili del Fuoco.

Dal 2006 i nostri volontari sono impegnati anche in attività di spegnimento e bonifica degli incendi anche in altre zone d’Italia, come la Sardegna, la Sicilia e, più recentemente, la Puglia, con cui è attivo un gemellaggio che prevede l’invio di volontari dei vari coordinamenti provinciali e associazioni regionali dall’Emilia-Romagna durante il periodo estivo, con turni settimanali, per supportare i colleghi pugliesi.

Naturalmente la prima e più importante arma che abbiamo a disposizione per proteggere i nostri boschi è la prevenzione, attraverso i comportamenti corretti messi in atto dai cittadini.

Come ricordano la Direzione Regionale dei Vigili dei Fuoco, il Comando Regionale dei Carabinieri Forestale e l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile, “all’interno delle aree forestali, vige il divieto quasi assoluto di accendere fuochi o utilizzare strumenti che producano fiamme, scintille o braci. È proibita la pulizia dei pascoli e dei terreni mediante abbruciamento delle stoppie e sono vietati anche gli abbruciamenti controllati di materiale vegetale. Chi viola queste prescrizioni o adotta comportamenti che possono innescare un incendio boschivo rischia sanzioni fino a 10.000 euro. Sotto il profilo penale, è prevista la reclusione da 4 a 10 anni, se l’incendio è provocato volontariamente in maniera dolosa; da 1 a 5 anni, se viene causato in maniera involontaria, per negligenza, imprudenza o imperizia. Chi provoca un incendio può inoltre essere condannato al risarcimento dei danni”.