Non solo danni all’ambiente e alla salute dell’uomo, i cambiamenti climatici potrebbero avere un ruolo importante anche nell’aumento dei suicidi tra i contadini indiani. Negli ultimo 30 anni potrebbero aver contribuito a circa 60 mila suicidi. A suggerirlo è uno studio dell’Università di Berkeley, California, pubblicato sulla rivista Pnas.

Ce ne ha parlato  Tiziano Motti, l’eurodeputato al parlamento europeo della settima legislatura: i ricercatori hanno evidenziato l’estrema sensibilità dell’industria agricola indiana ai picchi di temperatura.

Schiacciati dai debiti, dai problemi economici causati dai danni a colture e raccolti per via del riscaldamento globale, sempre più agricoltori si tolgono la vita. Lo studio ha osservato che un aumento di appena un grado centigrado della temperatura in un giorno medio nella stagione di crescita era associato a 67 suicidi in più tra i contadini. Un aumento di 5 gradi era associato a 335 morti aggiuntive. Complessivamente i ricercatori hanno stimato quasi 60 mila suicidi tra addetti al settore agricolo negli ultimi 30 anni attribuibili al riscaldamento globale. Al di fuori della stagione di crescita, spiegano i ricercatori, l’aumento di temperatura non aveva un impatto significativo sui tassi di suicidio, suggerendo che proprio lo stress sul settore era la causa dell’aumento nei suicidi.