Domande sempre meno frequenti e difficoltà nel presentare garanzie sufficienti per ottenere i prestiti: sono le ragioni principali alla base della decisione di chiudere il progetto “Microcredito per la casa”, nato nel 2011 per favorire l’accesso a piccoli prestiti da parte di nuclei familiari in difficoltà nel mantere un alloggio in locazione o nell’avvio di un nuovo contratto di affitto.

La giunta, su proposta dell’assessore comunale alla casa, Virginia Gieri, ha approvato la chiusura del progetto e contestualmente la ridestinazione delle risorse di competenza comunale rimaste, poco più di 245.000 euro, in favore di nuclei familiari che si trovano in situazione di transizione abitativa e che, a giudizio dei Servizi Sociali, sono pronte a conquistare l’autonomia. L’obiettivo è accompagnare queste famiglie nel percorso che le porterà ad avere una casa in affitto. Beneficiari dei contributi, che al massimo potranno arrivare a 5.000 euro, saranno i nuclei alla fine della transizione abitativa e quelli ospitati nelle strutture di accoglienza temporanea (Galaxy e Battistelli, per esempio) o alberghiera, tutte soluzioni che comportano oneri finanziari molto elevati a carico del Comune: tutti però devono essere in possesso di caratteristiche tali, a giudizio dei Servizi Sociali, da poter intraprendere un percorso di accompagnamento verso l’autonomia abitativa, intesa come locazione. Le spese per cui viene concesso il contributo sono quelle cui solitamente occorre far fronte quando si intraprende il percorso per prendere un appartamento in affitto, dalla cauzione alle volture all’intermediazione di agenzie immobiliari, solo per fare qualche esempio.

Il progetto “Microcredito per la casa” era stato avviato alla fine del 2011 e in seguito era stata approvata una convenzione tra il Comune, l’allora Asp Poveri Vergognosi, l’Auser Volontariato di Bologna ed EmilBanca. Il progetto mirava a favorire l’accesso di nuclei familiari, in difficoltà nel mantenere un alloggio in locazione o nell’avviare una nuova locazione, a un piccolo prestito a tasso agevolato, da 500 a 5.000 euro. Era stato costituito un fondo di rotazione per la concessione dei prestiti: nel corso degli anni l’apporto finanziario complessivo del Comune di Bologna è stato pari a poco più di 410.000 euro, cui si sono aggiunti 50.000 euro di Asp e 50.000 euro di EmilBanca. I primi anni di sperimentazione avevano dimostrato che la misura poteva dare risposta a situazioni di difficoltà temporanea nella conduzione di alloggi, consentendo a diverse famiglie di evitare lo sfratto per morosità. Ma era anche emersa l’impossibilità di accesso al microcredito per quei richiedenti che, nonostante le potenzialità di superamento delle difficoltà temporanee, non presentavano sufficienti garanzie per la concessione del prestito. Nonostante negli anni siano stati adottati provvedimenti per fornire queste garanzie, laddove ce ne fossero le condizioni, il progetto non è decollato. Le domande sono diminuite e alla scadenza della convenzione la giunta ha deciso di non rinnovarla, ridestinando le risorse comunali non utilizzate a contributi a fondo perduto con l’obiettivo di superare la transizione e guadagnare l’autonomia abitativa. Ora saranno elaborati gli indirizzi operativi, di concerto con Asp, per l’erogazione, la rendicontazione e il monitoraggio sull’utilizzo dei contributi.