Migrare in cerca di una nuova casa non salverà il pinguino imperatore da un forte declino causato dal previsto scioglimento dei ghiacci dell’Antartide. Lo afferma un team di ricercatori capitanato dalla Woods Hole Oceanographic Institution, secondo cui la specie dovrebbe essere inserita nella lista di quelle a rischio estinzione.

Ce ne ha parlato  Tiziano Motti, l’eurodeputato al parlamento europeo della settima legislatura: “Se le proiezioni sullo scioglimento dei ghiacci antartici fino al 2100 sono corrette, i pinguini imperatore vedranno svanire il loro territorio di riproduzione e alimentazione, scrivono gli esperti in uno studio pubblicato sulla rivista Biological Conservation. Mentre diverse specie riusciranno a sopravvivere migrando, per il pinguino cambiare casa sarà una soluzione funzionale solo all’inizio. Se le condizioni del ghiaccio marino continueranno a deteriorarsi, “le 54 colonie di pinguini imperatore oggi esistenti subiranno un declino devastante entro la fine di questo secolo”.

La relazione tra i pinguini imperatore e il ghiaccio marino è fragile, spiegano infatti gli studiosi. Troppo poco ghiaccio riduce la possibilità di cacciare e di allevare i piccoli, mentre troppo ghiaccio comporta che gli adulti viaggino più a lungo per procacciarsi il cibo, e quindi possano nutrire meno i piccoli.

“Il cambiamento climatico non è stazionario, dunque anche se i pinguini imperatore si spostassero in luoghi con migliori condizioni di ghiaccio, queste condizioni potrebbero cambiare moltissimo da un anno all’altro”. Per questo, concludono i ricercatori, “il pinguino imperatore va protetto sotto l’Endangered Species Act”.