Per Aries l’inaugurazione dello stabilimento di via XXV Luglio a Mirandola è un ritorno a casa, cinque anni dopo il terremoto. L’azienda biomedicale, specializzata nella produzione e commercializzazione di dispositivi per oncologia, nutrizione parentale, trasfusione e infusione, si è dovuta spostare in altre sedi a causa dei danni provocati dal sisma. Oggi, a cinque anni da quel 2012, Aries rientra nella sua sede originaria grazie al contributo, all’impegno e alla dedizione di tutti.

«Gli ultimi anni, caratterizzati prima dai danni avuti a causa del terremoto e poi dalla crisi economica, hanno rappresentato per la nostra azienda l’inizio di un periodo denso di difficoltà, di problemi quotidiani, di situazioni da risolvere e di strategie nei nuovi scenari da creare e attuare», dichiara Massimo Trentini, ingegnere e responsabile marketing di Aries.

«Nonostante questo, abbiamo ripristinato il magazzino dei prodotti finiti a Mirandola, nel nostro territorio, e abbiamo continuato a perseguire con caparbietà i progetti che erano stati definiti ancora prima del terremoto. Per noi è diventato un punto d’onore riuscire a portarli avanti. È in quest’ottica che sono da leggere la realizzazione di una nuova camera bianca e l’introduzione di nuove attrezzature automatiche», continua Trentini.

«È quindi per noi un momento di orgoglio essere arrivati a questo punto: poter rientrare a “casa nostra”, certi che questo non risolve ogni cosa, ma è un nuovo punto di inizio che ci aiuterà proseguire sulla strada della crescita», conclude Trentini. «Un momento che abbiamo voluto condividere con tutti coloro che ci hanno sostenuto e hanno sempre creduto in noi e nel nostro operato e che ci hanno aiutato concretamente e disinteressatamente».

Tra le tante autorità, erano presenti alla cerimonia Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, Palma Costi, assessore alle Attività produttive della Regione Emilia-Romagna, Maino Benatti, sindaco di Mirandola, monsignor Francesco Cavina, vescovo di Carpi, il senatore Stefano Vaccari e l’onorevole Giuditta Pini.