Domenica 14 maggio ore 11 Piazzetta don Antonio Gavinelli, alla Bolognina, inaugurazione del Monumento a don Antonio Gavinelli.

La presenza di Don Antonio Gavinelli nella statua in bronzo alla Bolognina costituisce il primo monumento di strada della città metropolitana, al pari di molti famosi esempi in varie capitali capitali europee, ovvero perpetua la presenza fisica del personaggio in un luogo in cui fu protagonista.
Chi è Don Antonio Gavinelli (27 novembre 1885 – 24 maggio 1968)
Parroco salesiano artefice della ricostruzione della cupola e della chiesa del Sacro Cuore la prima volta in seguito al crollo nel terremoto del 21 novembre 1929 e, successivamente,
dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Negli anni seguenti la fine della guerra ricostruì la parte distrutta dai bombardamenti dell’Istituto Salesiano ed in particolare le scuole professionali; ricostruì, ampliandola, la casa delle opere femminili affidandola alle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Nel 1948 realizzò l’orfanotrofio di Castel de’ Britti e successivamente fece erigere la chiesa di San Giovanni Bosco nella periferia orientale della città.
Fondò l’Opera del Sacro Cuore, diffondendo in tutta l’Italia la rivista quindicinale “Il Santuario del Sacro Cuore” che viene ancora oggi pubblicata con il titolo “Sacro Cuore”.
Il Santuario del Sacro Cuore di Bologna
voluto dal Card. Svampa all’inizio del secolo, è aperto al culto nel 1912. Nel novembre del 1929 crollò la maestosa cupola.
La Parrocchia del Sacro Cuore venne affidata ai salesiani e don Antonio Gavinelli, nativo di Bellinzago (NO), ne fu il primo parroco. Le condizioni economiche del momento erano pressoché
disastrose, don Gavinelli non aveva un soldo ma lo sorreggeva una fede profonda ed operosa: e fu il “ricostruttore” del Santuario. Il suo principio era di fare il bene, il meglio possibile, senza badare a
spese. Quattro anni dopo, il 24 gennaio 1934 il capolavoro del Collamarini era già risorto e don Gavinelli poté ricollocare sulla ricostruita cupola la croce che era rimasta intatta dal crollo del 1929.
Questo dinamico prete nel 1943, durante la 2° guerra mondiale osa criticare l’andamento delle operazioni militari, scriverà: “le cose non vanno bene”. Il foglio arriva nelle mani di alti gerarchi
fascisti di passaggio per Bologna e don Gavinelli viene prelevato d’autorità e condannato a tre anni di confino.
Il 25 settembre 1943 il Santuario viene colpito da un furioso bombardamento aereo e gravissimi sono i danni. Successivamente è colpito l’Istituto, ancora il Santuario, i laboratori, la casa delle
suore. Quando alla metà del 1945 don Gavinelli può tornare dal confino alla sua Bologna, ritrova rovine, macerie e desolazione. Ma don Gavinelli non si scoraggia. Il 22 giugno 1947, il Santuario
interamente restaurato, viene inaugurato per la terza volta.
Intanto don Gavinelli nel dopoguerra ricostruisce i laboratori, amplia l’oratorio, consolida l’Istituto e, nel 1948, fa rifiorire dalle macerie l’orfanotrofio di Castel De’ Britti. Infine, prima di morire don Gavinelli porta quasi a termine i lavori di costruzione del grande tempio di San Giovanni Bosco in i via Beato Dal Monte a Bologna.
Nella cripta del Santuario riposano le salme del Card. Domenico Svampa e di don Antonio Gavinelli, che per ben due volte ricostruì il Santuario e propagò la devozione al Sacro Cuore in tutta l’Italia ed anche all’estero attraverso la Rivista Sacro Cuore, di cui è stato il fondatore.

Il Prof. Luigi Enzo Mattei

Mattei, classe 1945 nasce a Bologna, dove passa rapidamente dall’essere Insegnante all’Istituto statale d’arte e al Liceo Artistico, a diventare Docente alla Accademia di Belle Arti. Le sue opere spaziano dalla Comu-nicazione visiva alla scultura, dalle discipline architettoniche alla statuaria e sono presenti in più di 80 musei di tutto il mondo. Ha al suo attivo innumerevoli riconoscimenti, premi, pubblicazioni.