Maggio è il mese dedicato alla Madonna e si intensificano i pellegrinaggi e le visite alla Basilica della Beata Vergine del Castello di Fiorano Modenese, santuario diocesano. Ogni giorno si celebra una Messa alle ore 7, pensata per chi poi deve recarsi al lavoro. Alla sera, dal lunedì al venerdì la Messa è alle ore 20.30; il sabato alle ore 19; la domenica alle ore 17.30.  Altre celebrazioni sono programmate in occasione di pellegrinaggi; ad esempio domenica 7 maggio sono previste altre due Messe, alle ore 8 per il pellegrinaggio del Vicariato Pedemontana Ovest e alle ore 11.30 per l’arrivo della Parrocchia della Sacra Famiglia di Modena. Viene proposta una intenzione generale nel centesimo anniversario delle apparizioni della Madonna a Fatima. Viene ripreso il messaggio dato ai tre pastorelli: “Pregate per la pace. Pregate e offrite sacrifici per la conversione dei peccatori”.

Così il prof. Domenico Iacaruso, storico dell’arte, riassume in estrema sistesi, il valore dell’edificio sacro che domina il piano: “Nel 1558, secondo le cronache dell’epoca, accadde che le truppe spagnole, abbandonate alle scorribande tra Scandiano e Fiorano, decisero di incendiare il borgo fioranese che opponeva una tenace resistenza ai saccheggiatori: eppure, nonostante il gran fuoco appiccato, l’immagine della Vergine, posta da un centinaio d’anni sulla porta delle mura, venne risparmiata. I soldati scapparono (uno di essi venne poi raffigurato in ginocchio ai piedi della Vergine) e tutti i Fioranesi gridarono al miracolo; iniziarono così i primi pellegrinaggi all’immagine, già allora considerata miracolosa. Solo nel 1630, tuttavia, con la peste che infuriava in tutto il nord Italia si decise la costruzione del primo oratorio per proteggere l’immagine: la decisione venne presa perché l’afflusso di fedeli era notevolmente aumentato a seguito della protezione del paese dal morbo (30000 vittime solo nel modenese e nessuna a Fiorano, come spiega il Bucciardi). Nel 1634, infine, si decise l’erezione dell’attuale imponente, mirabile edificio, disegnato da Bartolomeo Avanzini, allievo del Bernini e venuto da Roma a Modena per dare fisionomia barocca alla nuova Capitale estense. All’interno del Santuario, nel corso del Seicento, vennero realizzati gli affreschi di Tommaso Costa e Sigismondo Caula; venne inoltre creato l’imponente altare per custodire l’immagine miracolosa, mentre la grande devozione dei fedeli contribuiva alla creazione di una significativa raccolta di ex-voto e di una ricca quadreria, oggi custoditi nelle sale attigue. Gli ultimi lavori, tra XIX e XX secolo, hanno completato la fisionomia del luogo di culto, completando la facciata sui disegni originali e le decorazioni dell’interno, cosicché oggi, isolato sul poggio dell’antico castello, il Santuario continua a rappresentare il simbolo di Fiorano e della sua storia”.