E’ morto l’ex sindaco di Bologna Giorgio Guazzaloca. Da tempo malato, aveva 73 anni ed era ricoverato all’ospedale Sant’Orsola. Era stato alla guida del capoluogo emiliano per un mandato, dal 1999 al 2004. Guazzaloca è stato il primo e unico sindaco di Bologna non espressione della sinistra di tutto il dopoguerra.
Fu eletto nel 1999 quando, alla guida di una lista civica e con il sostegno dei partiti di centrodestra, riuscì nella storica impresa di vincere al ballottaggio contro Silvia Bartolini, candidata per la sinistra. Cinque anni dopo venne sconfitto da Sergio Cofferati.

“Giorgio Guazzaloca voleva bene a Bologna. E Bologna gli ha voluto bene. E’ stato un avversario politico per tanti di noi e, pur nella diversità delle posizioni, ha dimostrato di governare la nostra città con passione, determinazione e convinta visione civica” – così nel suo ricordo il Sindaco, Virginio Merola -.

“La sua vittoria nel 1999 e il suo diventare il primo sindaco del dopoguerra non eletto nelle file del centrosinistra rappresentò – come tutti ben sappiamo – un fatto eclatante, tale da finire addirittura sul New York Times. Fu un vero choc per il centrosinistra bolognese e non solo. Uno choc che ha fatto bene alla vita democratica della nostra città.
Quando lui divenne sindaco io ero presidente del Quartiere Savena: ho avuto modo di apprezzare la sua lealtà istituzionale e la possibilità di collaborare. Come presidente dei commercianti, e poi della Camera di commercio, ha portato idee nuove che ancora oggi sono alla base del dinamismo impresso al sistema commerciale bolognese.
A Palazzo d’Accursio ha espresso le sue idee con schiettezza, fino anche ad attirarsi le critiche. Quando la malattia lo ha aggredito, già dai primi mesi della sua esperienza come sindaco, ha saputo dimostrare a tutti tenacia e coraggio nell’andare avanti.

Non ho mai condiviso la sua politica e ho contribuito, con forza, a batterlo nel 2004. Oggi voglio ricordarlo con il rispetto che si deve a chi ha saputo dare il suo prezioso contributo alla crescita di Bologna. Il sindaco, la Giunta e tutto il Comune si stringono alla famiglia di Giorgio Guazzaloca. Se i familiari lo vorranno, il Comune sarà onorato di potere allestire la camera ardente in Sala Rossa in modo che tutti i bolognesi possano portare il loro saluto. Grazie Giorgio”.

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“La notizia della morte di Giorgio Guazzaloca colpisce e addolora il Consiglio comunale di Bologna.
Lo ricordiamo come un Sindaco che ha amato una città che conosceva profondamente e con la quale è riuscito ad instaurare uno speciale rapporto empatico: una cifra che lo ha caratterizzato al punto da condurlo alla famosissima vittoria del 1999, un passaggio storico democratico che ha dimostrato la forza della vitalità dialettica di Bologna.
Il Consiglio comunale di Bologna si stringe attorno ai familiari e agli amici di Giorgio Guazzaloca e sostiene l’invito di Virginio Merola ad onorarlo allestendo la camera ardente in Sala Rossa, come si conviene ai Sindaci della nostra città”. Così la Presidente del Consiglio comunale, Luisa Guidone.

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Il sindaco metropolitano Virginio Merola ha aperto la seduta di oggi del Consiglio di Palazzo Malvezzi con il ricordo di Giorgio Guazzaloca scomparso questa mattina. Prima di osservare un minuto di silenzio ha espresso, a nome di tutta l’Assemblea,  apprezzamento per l’ex sindaco di Bologna e vicinanza alla famiglia.

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“La scomparsa di Giorgio Guazzaloca ha una dimensione che travalica la cerchia cittadina di Bologna, città della quale fu orgogliosamente sindaco. Perché con Guazzaloca se ne va una persona che si distingueva – prima ancora rispetto alla dimensione politica nella quale si riconosceva – per essere profondamente innamorato della propria città. E questo è un valore in sé, per ogni amministratore pubblico che interpreti in modo completo la funzione di governo, a servizio della propria comunità.

E’ quanto ha detto Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, ricordando la figura di Giorgio Guazzaloca, scomparso oggi a Bologna.

“Fiero della propria “petronianità” -ha detto ancora Bonaccini- era cresciuto nel culto del lavoro, per poi assumere, nel corso degli anni, responsabilità sempre crescenti nel mondo produttivo. Ma è forse nella elezione a sindaco, nel solco di un civismo che lo vide indiscusso protagonista, che ebbe modo di dimostrare il proprio impegno e il proprio amore per Bologna, seguendo con determinazione e passione le prospettive nelle quali credeva”.

“Alla famiglia- ha concluso il presidente Bonaccini- il sincero cordoglio mio personale, della Giunta regionale e dell’intera comunità emiliano-romagnola”.