In merito alla vertenza in atto nel bacino provinciale di Modena, ed in considerazione delle ripetute dichiarazioni denigratorie di alcuni sindacalisti – e degli interventi di commentatori esterni poco o male informati sulla questione – Seta ritiene opportuno fare chiarezza sulla reale situazione della società e sull’oggetto del contendere.

In primo luogo, è bene ricordare che la trattativa in corso tra Seta e le Organizzazioni sindacali riguarda l’armonizzazione dei diversi contratti di lavoro, oggi ancora strutturati in maniera diversa per i tre bacini provinciali serviti dall’azienda. La definizione di un contratto unitario per i lavoratori è una precisa richiesta posta dagli Enti soci all’atto della nascita di Seta nel 2012. Fino al 2015 sono stati svolti 56 incontri con le organizzazioni sindacali, senza esito positivo. L’attuale direzione aziendale, non appena insediata, ha ripreso il tavolo negoziale: in poco più di un anno sono stati realizzati altri 17 incontri, a conferma della disponibilità al dialogo mai venuta meno. Il contratto unico aziendale è un elemento di equità, affinché l’organizzazione del lavoro sia la stessa per chi fa lo stesso lavoro in territori diversi. Ma è anche un elemento cruciale per la produttività e la competitività dell’azienda, in vista delle imminenti gare per l’affidamento dei servizi di bacino, da cui dipende il futuro dell’azienda. Come noto, il servizio di trasporto pubblico è a domanda molto variabile e richiede elevata flessibilità di offerta: alcune richieste dei sindacalisti modenesi, invece, introdurrebbero ulteriori rigidità nell’organizzazione del servizio e conseguenti incrementi di costo (come ammesso dagli stessi rappresentanti sindacali nel momento in cui richiedono assunzioni sproporzionate rispetto alla effettive esigenze).

LA PROPOSTA DI SETA AI SINDACATI

L’unico luogo deputato alla contrattazione aziendale e alla discussione di ogni tema che riguarda l’organizzazione del lavoro posto dalle organizzazioni sindacali è costituito dal tavolo per l’armonizzazione contrattuale. Nonostante il tentativo più volte reiterato di “boicottaggio” del tavolo, con questioni pretestuosamente messe in campo al solo fine di spostare l’attenzione e creare un ambiente ostile a qualsiasi trattativa seria e civile, Seta rimane – come sempre – disponibile alla prosecuzione della discussione. Nell’ultimo incontro del 30 marzo 2017 Seta ha avanzato una proposta ultimativa di accordo su orari e turni di lavoro, che prevede la sottoscrizione di un testo unico in sostituzione dei contratti attualmente in essere ed è stata formulata anche tenendo conto delle diverse posizioni espresse dai sindacalisti modenesi. All’annuncio dello sciopero del 24 aprile è stata sospesa la riunione del tavolo delle trattative, che Seta ha la ferma intenzione di riprendere, con le modalità e i tempi che si riterranno più efficaci, dopo l’effettuazione dello sciopero stesso. Non è comunque pensabile di stralciare dal tavolo dell’armonizzazione e contrattare separatamente per il bacino di Modena la questione dei tempi di lavoro, dei riposi e dei turni, che sono parte strutturale dei possibili nuovi accordi aziendali unitari. Vale poi la pena di ricordare che Seta non è più la vecchia azienda municipalizzata del Comune e della Provincia di Modena, ma una società partecipata anche da altri enti pubblici locali e chi la dirige risponde all’insieme dei soci che compongono l’azionariato.

L’ARMONIZZAZIONE DEI CONTRATTI CONVIENE SOPRATTUTTO AI LAVORATORI

L’accordo sulla armonizzazione dei contratti è importante soprattutto per i lavoratori di Seta. Infatti, un contratto di 2° livello sottoscritto in questa fase, imporrebbe all’azienda qualora risultasse aggiudicataria della gara, di mantenerlo in essere. Al contrario, in assenza di tale accordo, risulta evidente che Seta, come del resto gli altri competitori, avrebbe maggiore libertà di azione nella formulazione dell’offerta economica, con la possibilità di prevedere costi del personale inferiori, procedendo a gara aggiudicata a rinnovare il contratto aziendale su altre condizioni, non certo più favorevoli per i lavoratori. Anche per questo è davvero incomprensibile continuare su una linea che guarda al passato e non ci si rende conto di quanto ci preparano i prossimi mesi. E’ bene ricordare che la “clausola sociale” inserita nei bandi di gara garantisce il posto di lavoro ai dipendenti, che possono passare all’eventuale nuovo gestore affidatario, ma non assicurano gli stessi trattamenti normativi e organizzativi. Anche per questo è davvero incomprensibile continuare su una linea che guarda al passato e non si rende conto di quanto potrà avvenire nei prossimi mesi.

EMERGENZA MALATTIE E RICORSO ALLO STRAORDINARIO

La proposta di armonizzazione di Seta è stata formulata in prima stesura nel mese di dicembre 2016: da quel momento nel bacino di Modena è partita la cosiddetta “emergenza malattie”. Tra dicembre 2016 e gennaio 2017 si sono registrati picchi di assenza dei conducenti pari al 105% in più rispetto allo stesso periodo 2015-2016. Nel mese di marzo 2017 le assenze per malattia degli autisti di Modena sono state oltre il 52% in più rispetto ai colleghi di Piacenza e Reggio Emilia. L’emergenza indotta ha prodotto la richiesta di ulteriori prestazioni aggiuntive, con conseguente sovraccarico dei lavoratori disponibili.

CARICHI DI LAVORO? IL 94% DEGLI AUTISTI DI MODENA FA MENO DI 8 ORE AL GIORNO

Nel bimestre febbraio-marzo 2017 i carichi di lavoro (tempi di guida + tempi accessori non di guida) degli autisti di Modena – escludendo dal computo i lavoratori con contratto part-time – sono stati così distribuiti:

a.       Turni inferiori a 6 ore di lavoro: 6,65%;

b.      Turni inferiori a 7 ore: 52,33%;

c.       Turni inferiori a 8 ore: 34,84%;

d.      Turni inferiori a 9 ore: 1,55%;

e.      Turni inferiori a 10 ore: 1,60%;

f.        Turni superiori alle 10 ore: 3,03%

Considerata la tipicità dell’attività, che prevede una significativa concentrazione nel periodo scolastico, non è tecnicamente possibile non fare ricorso alla flessibilità degli orari di lavoro, la quale consente una migliore distribuzione dei carichi di lavoro. A Modena la disponibilità oraria di durata del turno è sensibilmente inferiore agli altri bacini: uno dei punti di trattativa è di allinearla a un valore medio sostenibile e valido per tutti i bacini. Questa rigidità, alla quale si aggiunge quella dell’orario continuato di servizio per l’85% del personale, male si concilia con la flessibilità richiesta dal servizio, e impone di coprire maggiori turni di guida. Tuttavia, a Modena,  le ore annuali medie di lavoro effettivo (tempi di guida e soste ai capilinea) sono meno di 1.300 e quelle determinate dai turni (tempi di guida oltre ai tempi accessori che incidono circa per un 15%) meno di 1.500: tutti dati inferiori a quelli degli altri bacini. A titolo di esempio l’orario annuale di un operaio supera in media le 1.700 ore.

SETA: AZIENDA SOLIDA CON I CONTI IN ORDINE, PERSONALE IN AUMENTO, STIPENDI IN CRESCITA

L’atteggiamento dei sindacalisti modenesi appare strumentale, se si considera che la vertenza non riguarda – come purtroppo accade ormai quotidianamente nel nostro Paese – la difesa dell’occupazione, il timore per la chiusura degli stabilimenti, la delocalizzazione della produzione,  l’attivazione di ammortizzatori sociali. Seta non sta licenziando, non sta chiedendo ammortizzatori sociali, non è né in crisi né nel caos, ma sta puntualmente attuando gli obiettivi del Piano Industriale e degli indirizzi decisi dai soci. L’esercizio 2016 sarà chiuso con un risultato positivo (quarto bilancio di fila con utili da distribuire, anziché perdite); nel solo 2016 sono state assunte 51 persone, è stato sottoscritto il nuovo contratto nazionale che costa a regime all’azienda 2 milioni di euro l’anno, con aumenti medi di 100 € mensili. Per la prima volta da 5 anni è stato sottoscritto un accordo con le Organizzazioni sindacali per un riconoscimento economico (€80/mese) per i neo assunti.

I conti sono in ordine e lo sforzo massimo è quello di rendere più forte e competitiva l’azienda e riconoscere parte dell’efficientamento prodotto al personale dipendente, sotto forma di premio di risultato. A proposito del quale, ricordiamo che l’impegno economico per il premio di produzione per il 2016 è stato contrattato con i sindacalisti ed è di 881 mila euro, quasi 200 mila euro in più rispetto all’anno precedente (contrariamente a quanto viene detto da parte di chi evidentemente non conosce i dati precisi). Nel bacino modenese il 38% del personale viaggiante ha raggiunto tutti gli obiettivi concordati, e ha ottenuto un premio di produttività superiore a 1.000 euro.

Non siamo quindi in una situazione di criticità tale da richiedere azioni o tavoli straordinari, come da qualcuno evocati. I temi posti sono strettamente aziendali, che vogliamo affrontare non con la riedizione di vecchi riti e forme del passato, che enfatizzano le spinte più corporative, ma guardando al futuro dei servizi pubblici e delle strategie aziendali per i nostri territori ed i cittadini.