Ha fatto credere alla sua ragazza di essere un poliziotto sotto copertura. Per rendere maggiormente credibile il suo racconto non solo le ha mostrato una pistola a gas, facendole credere che fosse l’arma d’ordinanza, ma ogni tanto con la ragazza in macchina si fermava davanti a una caserma dei carabinieri dove entrava facendo credere alla donna di dover ritirare degli ordini relativi a importanti servizi da svolgere.

Quando poi la sua fidanzata le ha chiesto 5.000 euro che le doveva, l’uomo oltre a lasciarla, facendosi forte della sua dichiarata attività ha cercato, con vari stratagemmi, di farla desistere dall’esigere la somma dovuta. Questa in sintesi la premessa dei fatti culminata con la denuncia che i carabinieri della stazione di San Polo d’Enza hanno inoltrato alla Procura reggiana nei confronti di un 38enne della provincia di Parma per i reati di usurpazione di titoli e sostituzione di persona. L’uomo in realtà lavorava in qualità di semplice operaio nel settore logistico di un’importante azienda emiliana, che alla ragazza aveva spacciato per lavoro sotto copertura. La vicenda è stata scoperta dai carabinieri della stazione di San Polo d’Enza a cui la ragazza, una 25enne reggiana, si è rivolta. In particolare la donna dovendo avere dall’uomo 5.000 euro aveva scoperto, dopo essere stata lasciata, che probabilmente ‘ex ragazzo non era un agente segreto. Le informazioni acquisite dalla ragazza in effetti sono risultate corrispondere al vero.

I carabinieri di San Polo d’Enza raccolta la denuncia hanno avviato gli accertamenti scoprendo in effetti che il 38enne operaio aveva raccontato all’ex ragazza un sacco di frottole. La circostanza che aveva visto l’uomo mostrare una pistola alla donna ha visto i carabinieri di San Polo d’Enza andare a far visita all’uomo per dare corso a una perquisizione domiciliare non risultando lo stesso detenere armi. La perquisizione domiciliare portava ad accertare che l’uomo non deteneva illegalmente armi: la pistola mostrata ala donna era una pisola a gas di libera vendita che la stessa ragazza, per minor conoscenze balistiche, aveva creduto fosse una vera pistola. L’uomo,  che peraltro come accertato dai carabinieri aveva fatto credere anche ai parenti della ragazza il  suo falso lavoro d’agente segreto, è stato quindi denunciato in ordine ai citati riferimenti normativi violati.