Nella seduta del Consiglio dell’Unione delle Terre d’Argine del 29 marzo scorso (così come peraltro in quella del Consiglio comunale di Carpi del 30 marzo) è stata approvata a maggioranza la Convenzione fra i Comuni di Carpi, Campogalliano, Novi di Modena, Soliera e l’Unione per il trasferimento della partecipazione in qualità di soci dell’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona (ASP) delle Terre d’Argine dai quattro comuni componenti all’ente associato.

Paola Elisa Rossetti del Settore Servizi Sociali dell’Unione ha spiegato in aula come questo atto arrivi a completare un percorso iniziato con il trasferimento dei Servizi sociali nell’Unione, si innesti nel programma di riordino delle forme pubbliche di gestione e rinnovi la vecchia Convenzione del 2007, che affidava all’ASP non solo la gestione diretta di alcune strutture per anziani e disabili ma anche il raccordo tra Terre d’Argine e privati attraverso appositi contratti di servizio sottoscritti da Unione e ASP che prevedono verifiche dell’operato dei subcommittenti. Con questo atto poi si ridefinisce anche il riparto dei costi per i Comuni e la quota di partecipazione dell’Unione, definendo indicatori su cui basare costi fissi ed eventuali perdite di esercizio.

La rappresentante del Movimento 5 Stelle-Uniti per Novi, Rovereto e Sant’Antonio Monica Medici aprendo il dibattito ha osservato che con questa Convenzione si attua un depauperamento del Comune di Carpi (ma anche quello di Novi) che conferisce tutti immobili indisponibili. “Essi vengono messi a disposizione dell’Unione, perdendo il potere di gestione e di controllo e andando così contro le volontà di chi a suo tempo fece donazioni con precisi vincoli alle vecchie Opere Pie e alle successive IPAB. Parliamo di milioni e milioni di euro. Si tratta di un atto – ha concluso – che non va nella direzione della tutela della cittadinanza”.

La Presidente dell’Unione Luisa Turci ha allora ricordato che a suo tempo benefattori di Carpi e di Novi fecero donazioni per creare e sostenere strutture per anziani e bisognosi. “Gli anni sono passati e prima le Opere pie si sono trasformate nelle IPAB e poi, sulla scia di una legislazione regionale sul tema, sono confluite nelle ASP, portando in esse il loro patrimonio. I Comuni di Carpi e Novi hanno avuto delle donazioni rapportate alla loro popolazione. Novi ad esempio ha conferito all’ASP il contributo della Regione post-sisma per la nuova struttura per anziani, più 1.2 milioni ricevuti dalle donazioni via SMS e pure il premio assicurativo della vecchia struttura, oltre 4 milioni di euro in tutto. Ognuno mette ciò che ha o aveva, con l’obiettivo di dare un servizio ed essere solidali”.

Il consigliere Marco Rubbiani (Centro Destra per Campogalliano) ha ricordato che nel novembre 2015 in una delibera dell’Assemblea dei soci dell’Azienda si decise di modificare lo Statuto dell’ASP, prevedendo un socio unico, l’Unione, l’amministratore unico (al posto del Consiglio di amministrazione) e sempre l’Unione come soggetto previsto per ripianare eventuali perdite. “Oggi questo Statuto non è ancora stato approvato però ci si sta già muovendo per il socio unico, e parliamo di un’azienda che muove 18.5 milioni di euro di fatturato. Che fretta c’è di approvare stasera? Non lo si può fare dopo aver approvato lo Statuto, per poi procedere con il voto su questa Convenzione?”

Anna Messina, Segretario Generale dell’Unione, ha dal canto suo replicato che quando un’azienda cambia proprietario prima si cambia quest’ultimo e solo in seguito le regole. “Il solo percorso logico, condiviso con la Regione, è che prima si stabilisce che l’ASP passi sotto l’Unione e poi che il nuovo proprietario si dia le regole per il suo funzionamento. Circa lo Statuto invece c’è una Legge regionale, la 3/2015, e dunque sarà approvato dalla Regione dopo che il Consiglio dell’Unione approverà uno schema che verrà inviato a Bologna. C’è una norma nella Legge – ha detto – che dice che nel caso un’Unione sia proprietaria di una ASP il socio è unico, l’Unione stessa, e l’Assemblea dai soci è comunque prevista come Giunta dell’Unione, dove sono rappresentati i quattro enti. Quindi su questo punto non sarà possibile che il futuro Statuto indichi cose diverse. Nella Giunta dell’Unione saranno previsti meccanismi di voto che consentiranno di rispettare le quote previste in Convenzione”.

L’assessore al Sociale dell’Unione Alberto Bellelli ha allora specificato come il patrimonio disponibile di ASP sia un patrimonio storico che è già in suo possesso; non è dunque del Comune di Carpi (o di Novi) che non ne è proprietario se non tramite quota parte dell’Azienda, così come avveniva quando c’erano le IPAB. “A questa quota di patrimonio è stata data una particolare incidenza, e quella del Comune di Carpi sarà comunque attorno al 70%. Ciò che era dei Comuni resterà ai Comuni”, come le Residenze Il Carpine o Quadrifoglio, o Borgofortino a Carpi “così come tanto per fare un esempio vale per la scuola: accanto alle proprietà dei Comuni l’Unione è direttamente proprietaria infatti di alcuni immobili”.

La Convenzione è stata poi messa ai voti e approvata a maggioranza, con quattro astenuti (i consiglieri di CD per Campogalliano, Progetto Comune, Carpi Futura), l’ok del gruppo Pd e il no del Movimento 5 Stelle-Uniti per Novi, Rovereto e Sant’Antonio.