I negozi perdono ancora terreno. Si conferma la tendenza negativa per gli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna: le vendite a prezzi correnti subiscono una nuova flessione (-0,7 per cento) nel quarto trimestre 2016 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La ripresa diffusa dei consumi non arriva, gravata dalla perdurante incertezza.

Il contenimento della tendenza negativa è riflesso dall’alleviarsi del saldo tra le quote delle imprese che rilevano un aumento o una diminuzione tendenziale delle vendite che risale a -5,3 punti. Nel complesso, migliorano leggermente i giudizi sull’eccedenza delle giacenze, il saldo scende da 9,8 a 8,2 punti percentuali. Anche a causa della stagionalità, le attese sono orientate verso una netta riduzione delle vendite nel primo trimestre 2017.

Il 2016 si è chiuso con una leggera riduzione delle vendite dello 0,4 per cento, che segue la leggera ripresa dello 0,5 per cento del 2015, l’unico anno positivo dal 2007. Questo emerge dall’indagine congiunturale sul commercio al dettaglio realizzata in collaborazione tra Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.

Le tipologie La leggera tendenza negativa ha interessato in modo omogeneo tutte le varietà organizzative del dettaglio, con una flessione delle vendite dello -0,7 per cento per il dettaglio specializzato alimentare, dello 0,8 per cento per il dettaglio specializzato non alimentare e ancora dello 0,7 per cento per gli iper, super e grandi magazzini.

La dimensione delle imprese Si conferma la forte correlazione tra andamento delle vendite e dimensione aziendale. Il segno rosso è marcato per la piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti) in calo dell’1,5 per cento e più leggero per le medie imprese (da 6 a 19 addetti) in flessione dello 0,8 per cento, mentre aumentano lievemente le vendite per le imprese con 20 o più addetti (+0,1 per cento).

Il registro delle imprese Si conferma la pressione sulla base imprenditoriale. Alla fine dell’anno erano attive 46.404 imprese del dettaglio, con un calo dell’1,3 per cento (596 unità) rispetto a un anno prima. A livello nazionale la tendenza negativa è risultata più lieve (-0,7 per cento). Grazie anche all’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, crescono rapidamente le società di capitale (+3,4 per cento, +140 unità). All’opposto, si riducono le società di persone (-274 unità) e le ditte individuali (-463 unità).