Dalla provincia di Siracusa a quella reggiana per compiere la truffa dello specchietto ovvero il modo truffaldino per spillare 100 o 200 euro a colpo a ingenui automobilisti. Per questo motivo una 53enne di Noto (SR) è stata denunciata dai carabinieri della stazione di Sant’Ilario d’Enza alla Procura reggiana con l’accusa di tentata truffa continuata. Ma non solo: dopo aver denunciato la donna i carabinieri, sempre a Sant’Ilario d’Enza, hanno fermato la figlia ed il genero prima che entrassero in azione. I due, con precedenti specifici, sono stati condotti in caserma e proposti per il foglio di via obbligatorio dal comune di Sant’Ilario d’Enza per tre anni.

Si riaffaccia quindi nel reggiano la cosiddetta truffa dello specchietto. Il trucco è sempre lo stesso e viene architettato in una strada stretta o in un parcheggio. Individuata l’auto e la preda, generalmente anziani, il truffatore riconcorre la vittima fino a fermarlo accusandolo di avergli rotto lo specchietto o ammaccato l’auto forte del fatto di aver simulato poco prima con il lancio di un oggetto sulla fiancata dell’auto della vittima. E’ quanto accaduto l’altra mattina a Sant’Ilario d’Enza dove i carabinieri della locale stazione, forti delle segnalazioni di alcuni pensionati, sono intervenuti in via Roma fermando una Golf condotta da unna donna che aveva cercato di compiere tale truffa ai danni di alcuni anziani. Identificata nella predetta 53enne siciliana la donna, con una sfilza di precedenti specifici compiuti in varie provincie italiane, veniva condotta in caserma dove alla luce delle denunce raccolte dalle vittime e riscontrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza del paese veniva denunciata con l’accusa di tentata truffa aggravata.

Il giorno successivo sempre in via Roma i carabinieri fermavano una coppia di siciliani. Una ragazza 26enne e il marito 27enne, entrambi di Noto (SR) che sono risultati essere rispettivamente la figlia ed il genero della donna denunciata il giorno prima. I due con precedenti specifici sono stati condotti in caserma dove, pur non potendo loro contestare alcunché, i carabinieri alla luce dei loro trascorsi gli hanno allontanati dal comune proponendoli per il figlio di via obbligatorio per almeno 3 anni. L’ipotesi investigativa, su cui stano lavorando i carabinieri di Sant’Ilario d’Enza, è che il terzetto, arrivato da qualche giorno nel reggiano, avesse in animo di compiere una serie di truffe ai danni di numerosi automobilisti come peraltro già fatto in altre realtà provinciali. Nel caso in specie grazie alle stesse vittima ed all’attività dei carabinieri a Sant’Ilario d’Enza l’eventuale progetto truffaldino a conduzione familiare non è andato in porto.

L’occasione è favorevole per i Carabinieri reggiani per ribadire alcuni consigli per non cascare, come avvenuto a Sant’Ilario d’Enza, nella truffa dello specchietto. Quando si vieni accusati di aver toccato un’altra auto è importante chiedere subito la compilazione del Cid, costatazione amichevole dell’incidente stradale. A questo punto, con la scusa che va di fretta il truffatore chiederà di pagargli il danno cash. Bisogna opporsi e chiamar subito il 112 dei Carabinieri che come l’odierno caso oltre ad assicurare alla giustizia i responsabili hanno evitato che altre vittime potessero cadere nella loro rete.