“È vero che la riorganizzazione in Comprensivi ha dato luogo ad alcune situazioni di criticità, ma non sono dovute a un problema di programmazione, quanto al fatto che, nella libertà di scelta delle famiglie e nei limiti di capienza degli edifici, alcune scuole sono state preferite da un numero eccessivo di bambini”.

Lo ha spiegato nella seduta consiliare di giovedì 6 aprile l’assessore Gianpietro Cavazza rispondendo all’interrogazione, trasformata in interpellanza, di Andrea Galli (Forza Italia) che aveva parlato di “caos nelle liste d’attesa per l’iscrizione alle medie con studenti che a Natale avevano già un banco e molti altri che a distanza di due mesi non ne hanno neppure l’illusione”. Il consigliere aveva quindi evidenziato “disservizi legati a una scarsa o errata programmazione degli ingressi e a un differente comportamento nei confronti degli allievi provenienti dalla scuola paritaria” sottolineando “i rilevanti disagi” a cui andranno incontro le famiglie di bambini con assegnazioni diverse rispetto “a quelle che avrebbero dovuto essere da stradario”.

Da quest’anno il sistema di assegnazione avviene sulla base del Comprensivo e una circolare ministeriale precisa che gli alunni provenienti dalle scuole primarie dello stesso Istituto Comprensivo hanno priorità rispetto agli alunni provenienti da altri istituti. Di conseguenza, chi esce da scuola paritaria o sceglie una scuola diversa dal suo comprensivo non ha la stessa certezza e deve attendere l’esito delle iscrizioni.

“Siamo consapevoli – ha precisato l’assessore – che il Regolamento elaborato da Amministrazione e Istituzioni scolastiche per garantire criteri di ammissione condivisi, uniformi e trasparenti sul territorio andrà verificato ed eventualmente migliorato. In virtù dell’esperienza maturata quest’anno potremo rimetterci mano, oltre a rivedere gli stradari”. L’assessore ha precisa comunque che “a Modena il 94,5 per cento degli alunni ha trovato posto nella scuola media indicata come prima scelta. I problemi si sono verificati alle scuole Mattarella e San Carlo dove le richieste sono state superiori alle disponibilità. La scuola Mattarella, in particolare – ha proseguito – lo scorso anno ha visto una conferma da parte degli assegnati per Comprensivo del 51% mentre quest’anno la percentuale è salita a quasi il 90%, aumento ben oltre il prevedibile che non ha consentito di accogliere altri bambini. In tutti gli altri casi, i bambini provenienti dalle paritarie che hanno indicato come prima scelta la scuola di bacino sono stati accontentati”.

Sul tema sono intervenuti diversi consiglieri. Francesco Rocco (Art.1 – Mdp) ha osservato che “tali problemi sono la conseguenza di scelte fatte male e in modo affrettato da parte di questa Amministrazione che, succube della mano del Provveditorato, ha voluto assecondare il Governo. Quando ci sono problemi di organizzazione – ha concluso – a rimetterci sono gli anelli più deboli”. Vincenzo Walter Stella ha evidenziato che “è vero che c’è la tendenza a preferire le scuole più blasonate, quelle che vengono consigliate da amici e parenti piuttosto che altre che corrispondono magari al bacino al quale i propri figli sono stati assegnati, ma se anche solo una famiglia ha esigenze diverse è necessario che il più possibile venga accontentata. Inoltre – ha aggiunto – non sono state tenute a debita considerazione le scuole paritarie”.

Domenico Campana di Per me Modena ha detto di condividere l’idea dei Comprensivi “che mirano ad accompagnare il ragazzo nel percorso” e ha evidenziato che, “nel passaggio dalle elementari alle medie, la scelta delle famiglie è un modo di valutare le scuole. Si sta però verificando una distorsione pericolosa – ha precisato – e cioè che le famiglie non scelgono le scuole in cui sono presenti molti stranieri”.

Grazia Baracchi, capogruppo del Pd “ha ricordato che esiste un Protocollo comune a tutti gli istituti comprensivi con criteri ben specifici per l’ammissione, ma in questo momento, con la novità della riorganizzazione in Comprensivi, la spiegazione di tutti i criteri non è stata così rigorosa. Il problema c’è stato e non va negato – ha proseguito – ma dare informazioni comuni all’interno di tutte le scuole può aiutare a evitare situazioni spiacevoli”. Per Carmelo De Lillo “è giusto che le famiglie sappiano dove i propri figli andranno alle medie già dalla prima elementare. Però esiste un appeal delle scuole che può avere alla base diverse motivazioni e che   quest’anno ha portato a situazioni di criticità, anche se tutto sommato contenute: 80-100 famiglie contro un 95 per cento che ha trovato soddisfazione. Spero che il prossimo anno le cose vadano meglio”.

Per Elisabetta Scardozzi del M5s “è giusto offrire sempre più a genitori e bambini la libertà di scelta visto che le scuole hanno offerte formative diverse. È necessario però – ha continuato – cercare di capire quali sono le richieste principali dei genitori per definire come muoversi l’anno successivo”. La consigliera ha inoltre evidenziato che “bisognerebbe fornire al Memo risorse e personale per svolgere sempre meglio il ruolo di centro di coordinamento dei servizi”.

Secondo Adolfo Morandi di FI, che sul tema ha presentato anche un ordine del giorno che sarà trattato in una delle prossime sedute consiliari, “la materia degli Istituti Comprensivi, la loro organizzazione e il sistema di discussione per risolvere i problemi riscontrati va rivisto. Vanno messi in campo – ha affermato – interventi che superino le difficoltà e individuino delle soluzioni”. Andrea Galli ha affermato che “il caos di quest’anno non può essere liquidato sottolineando che il 95 per cento è stato soddisfatto, si tratta comunque di 100 famiglie che non hanno visto accolta la propria richiesta. Lo scopo di una programmazione – ha aggiunto – è ridurre il caos ed evitare che il disagio prosegua nel tempo, e l’Amministrazione deve trovare delle risposte perché questo non succeda un altro anno, magari anticipando le graduatorie e privilegiando le famiglie che hanno avuto disagio”.

In chiusura, l’assessore Cavazza ha sottolineato che sono stati sostenuti “progetti specifici a riprova che la qualità dell’offerta sia tendenzialmente in crescita sull’intero sistema scolastico. “Sicuramente – ha aggiunto infine – occorre affermare e diffondere sempre più una didattica di tipo orientativo, che inizi da subito”.