Una borsa di studio dell’importo di 18.500 euro sarà bandita nei prossimi giorni dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena per un giovane medico che potrà perfezionare le proprie competenze di Neuroradiologia.

In particolare l’obiettivo della borsa di studio sarà studiare le possibilità di diagnosi precoce delle malattie degenerative, come le Demenze o il Parkinson, grazie al raffronto tra i dati della Connettività anatomica e quelli della Connettività funzionale ottenuti dalla Risonanza magnetica cerebrale. La borsa di studio è il risultato della raccolta fondi tra gli amici del dottor Luciano Mavilla, indimenticato primario della neuroradiologia, scomparso nel 2008 e una sostanziosa donazione della BPER Banca.

“Il sistema nervoso dell’essere umano – spiega il prof. Paolo Frigio Nichelli, Direttore della Neurologia dell’Ospedale Civile di Baggiovara – è caratterizzato da grande complessità funzionale e da un alto livello di sviluppo. La sua complessità è stata accostata al genoma umano, coniando un nuovo concetto, quello di <<connectoma>> ovvero l’insieme di tutte le connessioni neurali di un organismo. In questo la connettività anatomica è costituita dai fasci che connettono tra loro le diverse aree del sistema nervoso, la connettività funzionale è rappresentata dalle interazioni tra diverse aree cerebrali, anche distanti tra loro, durante l’esecuzione di un determinato compito.  Queste connessioni sono in continua evoluzione e per questo sono in grado di adattarsi al mutare dell’ambiente circostante. Riuscire a misurare la qualità e quantità di queste connessioni può essere un’importante strumento per diagnosticare precocemente patologie degenerative del sistema nervoso.”

“Con la Risonanza Magnetica – spiegano i neuroradiologi dottor Stefano Vallone e dottor Paolo Carpeggiani – è possibile riprodurre la connettività anatomica, utilizzando una tecnica che analizza la mobilità delle molecole d’acqua nei fasci di sostanza bianca (tensore di diffusione-DTI) e rappresentare un  modello strutturale delle connessioni tra i diversi settori del sistema nervoso. D’altra parte con la RM è possibile evidenziare la connettività funzionale, analizzando le modificazioni vascolari e di apporto di ossigeno che rispondono alla aumentata richiesta energetica delle cellule cerebrali in quelle aree attivate dallo svolgimento di un compito (risonanza magnetica funzionale- fMRI)” .

La Borsa di Studio è nata da una raccolta libera di fondi di 13.500 euro tra amici, colleghi e familiari del dr. Mavilla, in occasione di 3 eventi commemorativi tenutisi nella hall dell’Ospedale Civile di Baggiovara dove  nel 2009, 2010 e 2011 dove si esibì a titolo di amicizia, il pianista Marcello Mazzoni, ed a cui si è aggiunta una recente generosa donazione della fondazione della BPER Banca di 5000 euro.

Scopo della borsa di studio sarà proprio quello di consentire a un medico neuroradiologo di sviluppare e perfezionare le competenze in tale settore della ricerca, finalizzata a costruire modelli diagnostici utili per la comprensione e la diagnosi precoce delle malattie degenerative, impiegando la Risonanza Magnetica da 3Tesla installata nella Neuroradiologia dell’Ospedale Civile.

 

Chi era Luciano Mavilla
Luciano Mavilla (1952-2008) è stato direttore della Neuroradiologia del Policlinico dal 22 settembre 1993 al 31 dicembre 2005, traghettandola poi nel trasferimento al Nuovo Ospedale Civile Sant’Agostino Estense di Baggiovara, dal 1 gennaio 2006. Originario di Bagnara Calabra, Mavilla si era laureato a Bologna nel 1977. Dopo aver prestato servizio all’ospedale Bellaria, la sua carriera si era ben presto legata a Modena. Al Policlinico era giunto come aiuto del dr Claudio Trevisan quando nel 1987, a seguito della donazione da parte di Enzo Ferrari della prima Risonanza Magnetica pubblica in Italia,  era stata creata L’Unità Operativa di Neuroradiologia. Nel 1993 ne era diventato Primario assumendo successivamente la direzione del Dipartimento di Neuroscienze.

Luciano Mavilla è stato un grande uomo, medico e maestro, molto attento alla formazione dei giovani medici. Lo scopo era di rispondere con totale disponibilità al paziente, “colui che soffre”. Il mezzo era l’eccellenza nella professione, da raggiungere con rigoroso e costante aggiornamento, incoraggiando e valorizzando le qualità di tutti. La leva era l’esempio e le regole uguali per tutti, senza compromessi o deroghe. Con l’esempio e il sacrificio, accollandosi personalmente il sovraccarico di lavoro, ha permesso ai suoi collaboratori di frequentare prestigiosi centri all’estero per perfezionarsi ed acquisire nuove competenze. In retaggio ci ha lasciato un modello impegnativo ma molto appropriato alle difficoltà e ai problemi dei nostri giorni.