Si è tenuta la scorsa settimana a Bologna la Conferenza economica di Cia – Agricoltori Italiani, che ha visto una nutrita presenza da Reggio Emilia. “Abbiamo discusso di un piano di lavoro per i prossimi anni che tende a valorizzare al massimo le produzioni agricole in una visione di ‘network’ territoriali”, sintetizza così la tre giorni della Confederazione il presidente della Cia reggiana Antenore Cervi.

Dall’VIII Conferenza economica a Bologna, è stato lanciato un allarme sulle distorsioni del Made in Italy agroalimentare che vale il 15% del Pil e registra record oltreconfine, però non riconosce ai produttori la giusta remunerazione. Per riorganizzare la filiera e dare centralità a tutti gli attori, la Confederazione rilancia il progetto “Network dei Valori”: ovvero Reti d’impresa territoriali che tengano assieme agricoltura, artigianato, commercio, logistica ed enti locali. A questo giornata hanno portato un positivo contributo due reggiani: Il presidente di Coop Italia Marco Pedroni e la vice presidente di Confcommercio Donatella Prampolini.

“A fronte di un calo di redditi a livello nazionale dell’8% (contro il 2 medio europeo) la nostra provincia ha visto nell’ultimo anno una significativa ripresa della zootecnia – rileva Cervi – che ci sta dando un po’ di respiro dopo diversi anni difficili. Anche nella nostra realtà tuttavia le filiere vanno rafforzate e rese più efficienti”.

Tra le tematiche affrontate, quella dell’emigrazione: chi non vede di buon occhio lo “straniero” che arriva in Italia dovrà ricredersi di fronte a questi numeri: le loro imprese agricole e alimentari attive nel nostro Paese creano ricchezza, versando nelle casse dello Stato oneri fiscali (6 miliardi) e previdenziali (5 miliardi) per un totale che supera gli 11 miliardi di euro. Il loro apporto, in termini di specializzazione e innovazione, li rende ormai indispensabili, all’interno del tessuto imprenditoriale. Oggi – è stato evidenziato nell’analisi Cia – un’azienda agricola italiana su tre conta almeno un lavoratore nato altrove, in molti casi (25 mila unità) è anche l’amministratore dell’impresa.

Nel corso della Conferenza, è stato anche ribadito il ruolo fondamentale delle imprese agricole per tutelare suolo, ambiente, turismo ed enogastronomia. Per le calamità – propone Cia – serve l’istituzione di un “Codice d’emergenza”.

Ultimo tema la Politica agricola europea, con le proposte per la Pac post 2020.

Il 45% della superficie europea è agricola, sono attive 14 milioni di aziende che impegnano 30 milioni di persone. Questi numeri sono il cardine da cui si è mosso il confronto che ha animato l’ultima giornata della VIII Conferenza Economica della Cia-Agricoltori italiani. Sono stati affrontati i temi della sicurezza degli approvvigionamenti alimentari, della scarsità di risorse come acqua, terra coltivabile ed energia, che condizionano il nostro presente e sono destinati a influenzare il futuro.

L’Europa del domani deve costruire un’economia efficiente sotto il profilo delle risorse, sostenibile e competitiva. Dal punto di vista agricolo, ciò vuol dire produrre di più e meglio, inquinando meno. Una strada piena di ostacoli, ma anche l’unica percorribile da qui ai prossimi anni.