Inizialmente ha cercato di “scaricare” le responsabilità su uno zio morto di recente per poi, non certo in quanto preso dai rimorsi ma date le risultanze d’indagine dei carabinieri di San Polo d’Enza prendersi, congiuntamente al fratello e ad un cugino, le proprie responsabilità. A mettere all’incasso l’assegno “sparito” dagli uffici di un agenzia immobiliare e monetizzare i 1.350 euro dell’importo del titolo sono quindi stati tre reggiani ora finiti neri guai. Con l’accusa di concorso in ricettazione i carabinieri della stazione di San polo d’Enza hanno denunciato alla procura reggiana un 42enne di Canossa, il fratello 33enne di Cavriago e il loro cugino 34enne di Poviglio. In origine la titolare dell’assegno, che dopo averlo compilato per un importo di 1.350 euro l’aveva dato in garanzia a un’agenzia immobiliare per affitto di una casa, quando ha visto l’assegno essere stato messo all’incasso ha pensato che il responsabile fosse l’agente immobiliare. Quest’ultimo, completamente estraneo alla vicenda, constatato che l’assegno era effettivamente sparito dagli uffici si è rivolto ai carabinieri che hanno scoperto la verità denunciando i responsabili per concorso in ricettazione. A seguito dei dovuti accertamenti bancari è infatti risultato che l’assegno era stato posto all’incasso da un 34enne di Poviglio che l’aveva ricevuto da un suo cugino di Cavriago a cui era stato consegnato, per cambiarlo, dal fratello di Canossa. Quest’ultimo sentito dai carabinieri ha cercato di scaricare le responsabilità su uno zio recentemente morto per poi trovarsi costretto dalle risultanze investigative ad ammettere le sue responsabilità e dei suoi complici. I tre una volta cambiato il titolo si sono spartiti il danaro di comune accorso. Sono ora chiamati a rispondere del reato di ricettazione in concorso. Rimane da chiarire, e su questo stanno proseguendo le indagini, come e chi abbia rubato l’assegno.