Il primo appuntamento dell’evento “La bellezza nelle religioni” si è tenuto lo scorso 11 marzo al Piccolo Teatro in Piazza di Sant’Ilario d’Enza (RE) con la teologa Shahrzad Houshmand Zadeh che ha incantato la numerosa platea con parole che attingevano a una profonda erudizione e a una grande passione spirituale, civile e culturale. L’intellettuale iraniana, che insegna all’Università Gregoriana di Roma, è appena stata inserita nella Consulta Femminile lanciata dal cardinale Gianfranco Ravasi nell’ambito del Pontificio Consiglio per la Cultura.

“La bellezza nelle religioni” è un progetto inedito che coniuga il linguaggio dell’arte e la spiritualità del fenomeno religioso nel nome di un territorio comune: la bellezza.
Questa prima edizione esplora le maggiori religioni monoteiste: islam, cristianesimo, ebraismo con l’esplicito intento di rimuovere pregiudizi e cercare il senso profondo e comune del messaggio religioso.

Ma come si svolgono questi eventi? Prima un “corto” teatrale realizzato da Daniele Castellari, direttore artistico del Teatro L’Attesa, insieme all’attore Piergiorgio Gallicani del Teatro delle Briciole (Parma). L’esordio è stato dedicato a un magnifico episodio del Corano, quello del dialogo tra re Salomone e una formica. Toccherà quindi a un testo ispirato a San Francesco e ad  un aneddoto tratto dalla tradizione yiddish. Poi l’incontro con un “esperto” condotto dal teologo, scrittore e giornalista Brunetto Salvarani, conduttore della celebre trasmissione “Uomini e profeti” su RAI Radio3.

“Se vogliamo capire noi stessi e il mondo che abitiamo oggi dobbiamo innanzitutto uscire dalla nebbia della scarsa conoscenza – spiega l’assessore alla Cultura Licia Ferrari – che porta spesso al pregiudizio nei confronti della religione dell’altro e può sfociare nei fanatismi, di qualsiasi matrice. Nonostante la secolarizzazione, gli uomini e le donne del nostro tempo continuano a guardare al sacro, in una crescente ricerca di senso, che si sviluppa dentro e fuori dalle religioni tradizionali”.

Un approccio ribadito dall’ideatore dell’evento Daniele Castellari, insegnante presso il Liceo Scientifico A. Moro e narratore teatrale: “Si dialoga per conoscersi, per curiosità, per imparare. Gli accordi, le transazioni, le diplomazie vengono dopo e sono atti politici, mentre l’ascolto reciproco, la relazione, il chiarimento dei dubbi, l’apprendimento culturale, l’amicizia o, perlomeno, il rispetto appartengono alla dimensione antropologica e spirituale di ogni uomo”.

(Immagine: Shahrazad Zadeh e Brunetto Salvarani)