La situazione dei vigili del fuoco è arrivata ad un punto non più accettabile e i lavoratori sono stanchi di subire scelte dell’Amministrazione che offende la dignità di chi svolge il proprio lavoro nell’esclusivo interesse della collettività.
Sono questi i motivi per i quali in Emilia Romagna la Funzione Pubblica/Cgil ha proclamato lo stato di agitazione affinché si possano superare una volta per tutte una serie di problemi che rischiano di condizionare definitivamente il servizio di soccorso.

Per quanto riguarda il personale è necessaria un’accelerazione delle assunzioni degli idonei ai concorsi già banditi, ma anche dei concorsi per passaggi di qualifica per completare al più presto la dotazione organica che per Modena vorrebbe dire un incremento di 24 unità, a cui aggiungere anche alcune altre unità ora distaccate presso altre sedi.

Inaccettabile anche l’introduzione dei buoni pasto, in alternativa al servizio mensa, che sono praticamente inutilizzabile per il personale che effettua i turni di 12 ore. “Si tratta di una squallida mercificazione di un diritto – afferma Vincenzo Santoro della p/Cgil di Modena – impossibile da fruire per chi svolge turni diurni e notturni di 12 ore e che nasconde la reale volontà di cambiare l’orario di lavoro. Una scelta che se applicata determinerebbe una riduzione degli organici già esegui, vanificando la funzionalità dell’attuale tipologia di orario soprattutto in caso di calamità”.

Che dire poi del rinnovo del contratto di lavoro atteso dal 2009, mentre gli attuali stanziamenti sono ben lontani dalla costituzione di un salario dignitoso per i vigili del fuoco, professionisti del soccorso e che non devono essere confusi con le forze di polizia né sono preposti ad effettuare operazioni di ordine pubblico, contrariamente a quanto affermato da più parti.

La Cgil ritiene che la discussione della legge di riordino del Corpo Nazionale deve rafforzare il ruolo dei pompieri come componente fondamentale della Protezione civile, considerate tra l’altro le numerose specializzazioni acquisite nel corso degli anni per la gestione della prevenzione e del soccorso ai cittadini.

La Fp/Cgil continua a affermare con forza che, in nome del diritto a fornire un servizio di soccorso adeguato, occorre un aumento di organico che rispetti i parametri europei, ma che è anche un’opportunità di lavoro per tanti precari che ogni giorno prestano servizio nei vari Comandi e da anni attendono di essere stabilizzati.
A Modena questi problemi si sono aggravati anche per effetto dell’assenza negli ultimi anni del dirigente titolare, ad esempio, i problemi di vivibilità della sede di Sassuolo, che si sono protratti per alcuni anni a causa delle numerose infiltrazioni di acqua piovana in tutti i locali.
La sede di Vignola, ricavata con la ristrutturazione di un capannone, e la sede di Carpi non nascondono tutte le criticità di edifici con molti anni e necessitano di interventi di manutenzione.
Gli automezzi hanno una vita media di oltre dieci anni, con numerosi chilometri percorsi e, considerati gli sforzi di ogni tipo a cui sono sottoposti, sono molti e frequenti gli interventi di ripristino, a fronte di poche risorse stanziate dal Ministero.
Anche se oggi a Modena la presenza di un dirigente consente di avere un riferimento per la risoluzione dei numerosi problemi, nonostante il suo impegno, registriamo un’inaccettabile sordità da parte dei vertici politici e amministrativi del ministero dell’Interno.

“La gestione del servizio di soccorso nel nostro Paese potrebbe essere modificata in meglio – continua Santoro – se solo vi fosse una maggiore consapevolezza della situazione soprattutto da parte del Governo. Da anni il silenzio è l’unica risposta alla richiesta di adeguati stanziamenti per i mezzi, le attrezzature, ma soprattutto per un potenziamento di organico”.
“Oggi dopo un buio di 8 anni riteniamo non più accettabile il blocco del contratto di lavoro quale giusto riconoscimento economico per coloro che ogni giorno rischiano la vita per salvare quella altrui. Purtroppo, ancora una volta, mentre il sindacato presenta richieste che ritiene più che legittime, oggi per i vertici del Corpo Nazionale il problema è la soppressione delle mense e l’elargizione di buoni pasto” conclude il sindacalista della Fp/Cgil.