Prendiamo atto del dibattito riguardo al punto nascita dell’ospedale Sant’Anna di Castelnovo Monti che si è aperto in consiglio comunale a Reggio Emilia durante la seduta di lunedì 27 febbraio.

Perseguendo uno dei nostri obiettivi prioritari, vogliamo mettere al corrente la cittadinanza della montagna di ogni singolo passaggio politico che riguarda la questione. Per la seconda volta a distanza di circa due anni (odg del 2015 e odg del 2017), l’atteggiamento della maggioranza del Comune capofila della Provincia ci delude e addirittura cerca di illuderci. Dopo la bocciatura dell’odg presentato da Cinzia Rubertelli (Alleanza Civica) nel quale si ribadiva l’importanza della salvaguardia e l’impegno a tutelare il punto nascita del nostro ospedale, la maggioranza che governa il Comune capoluogo approva un documento dove ancora si insiste sul potenziamento e su questo percorso, a nostro parere assurdo, che dovrebbero seguire le puerpere nel pre e post-parto, inviandole a partorire a Reggio come se fossero pacchi postali con ricevuta di ritorno. In tal modo i firmatari di tale documento ‘fingono’ di appoggiare la nostra causa, approvando un odg che in realtà rimanda tutto alla commissione tecnica (nominata ovviamente da chi non vuole saperne di mantenerlo aperto).

Non entriamo nel merito delle procedure politiche, ma ancora una volta ci dispiace che questa maggioranza sia sorda alle esigenze della popolazione di tutto il territorio montano che fa  parte a tutti gli effetti di questa Provincia.  Mentre queste discussioni ‘fasulle’ continuano,  di fatto il punto nascita sta agonizzando… A questi signori che non si interessano del bene pubblico, vorremmo dire che certo è bello venire in montagna a fare una sfilata parlando di servizi, investimenti, agricoltura, turismo, aria buona e progettualità, quando poi nel concreto ci lasciano abbandonati a noi stessi, smantellando quel poco che c’è e che ha sempre funzionato egregiamente.  Avete avuto l’ardire, l’onere e l’onore di candidarvi per governarci, a tutti i livelli (Comune, Provincia, Regione, Stato), dovete essere in grado di prendere le decisioni più consone a ogni tipo di circostanza. Assumetevi  la responsabilità di metterci la faccia e parlare chiaramente, senza nascondervi dietro giri di parole, tecnicismi e politichese.

A questo punto non chiediamo più soltanto il mantenimento e potenziamento del punto nascita e la richiesta immediata di deroga al Ministero, ma un progetto di vita studiato ad hoc per le ‘zone disagiate’, come amate definirci. Noi non ci sentiamo affatto ‘area disagiata’, ma una zona privilegiata, per qualità e stile di vita. Siete voi a crearci disagio volendo far valere per noi i numeri che valgono per una città.  Siamo area pilota per le Aree Interne: dimostrateci con i fatti e non solo sulla carta, come, dove e quando intendete investire in montagna. Evitate di prenderci in giro, il quanto ce lo avete già largamente anticipato in un bellissimo convegno organizzato in primavera al teatro Bismantova. Nella nostra semplicità di cittadini vi chiediamo: perché continuare a investire sul mattone e non sui professionisti? Due milioni di euro, in confronto ai piani della Sanità in Regione, distribuiti su tutto l’ospedale, equivalgono a un granellino di sabbia. Dietro il ‘potenziamento’ c’è un baratto-ricatto? Non gradiamo che il punto nascita sia considerato merce di scambio.

Che futuro avrà l’ospedale Sant’Anna se non ci si potrà più nascere?

Quale futuro per la montagna se sarà abolita la dicitura ‘nato a Castelnovo né Monti’?

Stiamo parlando di servizi essenziali quali baluardo indispensabile per la vita in montagna e contro il suo spopolamento.

(Il Comitato “Salviamo Le Cicogne”)