Reggio Emilia celebra quest’anno la Giornata internazionale sugli Open Data del 4 marzo con tre eventi che vogliono dimostrare la ricchezza e le potenzialità che si nascondono dietro i dati numerici che raccontano un territorio. Obiettivo della giornata è infatti far riflettere il grande pubblico su questioni quali: cosa sono e quanto valgono gli open data? Come possono essere sfruttati per generare nuovi progetti? Cosa raccontano di noi come comunità?

A Reggio Emilia le risposte a queste domande arriveranno attraverso uno spettacolo aperto al pubblico e due percorsi formativi-sperimentali rivolti ai ragazzi delle scuole, parte di un più ampio programma di iniziative realizzate nell’ambito della settimana dell’Amministrazione aperta del Dipartimento della Funzione pubblica dedicata a trasparenza, partecipazione e accountability nella Pubblica amministrazione e nella società.

Queste proposte sono state presentate stamani nello spazio Agorà del Palazzo dei Musei di Reggio Emilia dall’assessore a Agenda digitale e Partecipazione Valeria Montanari insieme con Dimitri Tartari coordinatore dell’Agenda digitale dell’Emilia-Romagna (Ader) presso il Gabinetto del presidente della Giunta regionale e Massimo Fustini responsabile del progetto Open Data della Regione Emilia-Romagna. Con loro Monica Morini del Teatro dell’Orsa e Nicola Giacché di Contamina – Impact Hub, soggetti impegnati nella co-realizzazione dell’Open Data Day di Reggio Emilia.

LO SPETTACOLO – Sabato 4 marzo, alle 18 e in replica alle 21, al teatro Cavallerizza di viale Allegri, andrà in scena lo spettacolo (a ingresso libero), Fatti di Numeri. La vita nei dati della città ideato dal Teatro Dell’Orsa nell’ambito del concorso Create With Open Data promosso dal Comune di Reggio Emilia insieme con Agenda digitale della Regione Emilia-Romagna e Lepida, per promuovere la cultura degli Open Data attraverso progetti o performance artistiche in grado di raccontare in forma accattivante cosa sono, a cosa servono e come possono essere utilizzati i dati pubblici. Si tratta di dati liberamente utilizzabili e ridistribuibili, che fotografano Reggio Emilia negli ambiti tra loro più diversi, quali ad esempio la demografia, la mobilità, l’economia, la cultura, l’educazione e che sabato verranno messi in scena attraverso un’originale alternanza di parole, musica e visual art.

“La sfida del concorso Create with Open Data, da cui è nato questo spettacolo, è stata quella di creare un dialogo culturale a più voci attraverso l’arte teatrale per dare modo ai reggiani di comprendere che i dati non sono soltanto numeri ma informazioni, e dunque sapere, diritti e cittadinanza. Così ci siamo sforzati per annullarne la patina respingente e restituirli alla loro bellezza di informazione civica, per tutti – ha detto l’assessora all’Agenda digitale del Comune di Reggio Valeria Montanari – Ogni giorno siamo più connessi e la Rete ci insegna che il potere delle scelte è nel saper disporre di informazioni vere, trasparenti, accessibili e di facile acquisizione. E se gli Open Data sono importanti per poter sviluppare applicazioni web e costruire soluzioni di innovazione in ambito professionale e digitale, la loro conoscenza e diffusione sarà ancora più significativa se ne verrà colta l’utilità civica. Se riusciremo a spiegare ai reggiani a cosa servono davvero gli open data, allora avremo restituito alla comunità un valore non così diverso dalla democrazia o dalla libertà”.

Lo spettacolo, ha spiegato Monica Morini, condurrà il pubblico attraverso domande come: di quali numeri siamo fatti? Dieci miliardi di cellule nervose, 300 grammi di cuore, 25.920 respiri ogni giorno. Quali sono i numeri della nostra vita? E quelli di una città? Quali numeri abitiamo? Quanti parchi, quanti alberi, giri di rotonde, libri prestati dalle biblioteche, zampilli d’acqua, quanti i vagiti dei nuovi nati? Dentro la città una rete sostiene la vita, un serbatoio di dati che ci riguardano, che sono di tutti, una cascata di numeri che sembrano respingenti, ma hanno solo bisogno di domande. Chi domanda ha desideri di futuro e a chi domanda i numeri rispondono. Sotto la coperta rigida dei dati c’è un mondo vibrante, capace di raccontare il presente, una geografia del “sentire”, una mappa del “sapere”. Leggere le coordinate e contribuire al cambiamento ci rende un po’ più cittadini, non solo consumatori. Cittadini liberi, comunità pensante, aperta: un consumatore cede dati, un cittadino accede ai dati.

Gli Open Data sono come un acquedotto pubblico, se apri il rubinetto puoi conoscere, scoprire, raccontare e contribuire al cambiamento. Cambiare la qualità della tua vita insieme a quella degli altri. È un lavoro da funamboli, sempre in bilico tra ciò che è solo un elenco di dati e la rivelazione di infinite possibilità, anche poetiche: porte che si spalancano su un mondo sconosciuto. C’è bellezza nei numeri se nei numeri leggiamo la vita.

Lo spettacolo sarà trasmesso in diretta streaming sul sito www.lepida.tv e in diretta televisiva sul canale Lepida TV, canale 118 del ditale terrestre.

 

INTERNATIONAL OPEN DATA HACKATHON – Sabato 4 marzo gli studenti dell’istituto Secchi saranno coinvolti in un International Open Data hackathon, un evento realizzato da Comune di Reggio Emilia, in collaborazione con Contamina, che – ha spiegato Nicola Giacché – vuole far capire ai ragazzi l’importanza dei dati aperti nella progettazione e ideazione di nuovi prodotti, progetti e servizi. A partire dai dati aperti presenti sul sito opendata.comune.re.it, gli studenti lavoreranno in gruppi per cercare idee e proposte per migliorare alcuni servizi nel campo di  scuola, trasporti, risparmio energetico/rifiuti, turismo, tempo libero.

L’evento si terrà presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, in viale Allegri, dalle ore 9 alle 18.

 

PRESENTAZIONE DEL SUMMER CAMP “RAGAZZE DIGITALI 2017” – In occasione dell’Open Data day, l’associazione EWMD (European Women’s Management Development) di Reggio Emilia e Modena, presenta l’edizione 2017 del summer camp “Ragazze digitali”, il primo campus estivo italiano di informatica riservato alle ragazze degli istituti superiori.

Negli spazi dell’Università di Modena e Reggio Emilia (via Allegri 9), sabato 4 marzo, Lara Oliveti di Melazeta, una pioniera dell’innovazione tecnologica nel mondo digital, e le studentesse che hanno partecipato alle precedenti edizioni del progetto racconteranno in cosa consiste il summer camp, quali opportunità offre e mostreranno alcuni videogiochi realizzati nelle precedenti edizioni. Durante il campo estivo le giovani partecipanti avranno la possibilità di approfondire le proprie conoscenze sulla gestione di web, social, app e videogiochi. L’evento, realizzato da EWMD in collaborazione con Comune di Reggio Emilia, è rivolto alle ragazze di 16-17 anni delle scuole superiori reggiane.

“L’accesso, la conoscenza e l’utilizzo dei dati pubblici – ha detto Dimitri Tartari – appartiene a pieno titolo alla dimensione dei diritti di cittadinanza ed offre opportunità rilevanti sul piano della crescita economica e professionale, oltre che della creatività e dell’utilità nel dialogo con i cittadini. Anche per questo la Regione Emilia-Romagna ha programmato 255 milioni di euro di investimenti per il potenziamento delle infrastrutture, al fine di portare il digitale al servizio e alla portata di una popolazione sempre più ampia. L’Open Data Day, che a Reggio Emilia offre una serie di iniziative particolarmente significative, si realizza per sottolineare e far comprendere a un pubblico ampio e diversificato l’importanza di queste opportunità”.

“Serve ‘liberare’ i dati e questo è obiettivo del progetto Open Data regionale – ha sottolineato Massimo Fustini – Per procedere con efficacia in questa direzione, sono rilevanti sia l’impegno della dimensione territoriale, come avviene a Reggio Emilia, sia il fare ‘massa’ per raggiungere insieme e con successo ambiti sociali e culturali diversi. I cittadini vanno invitati in questa dimensione non ancora pienamente conosciuta nei contenuti e nelle potenzialità di trasparenza, scambio e creatività. Una volta scoperta, è facile intuire il valore, anche di identità e memoria condivisa, di questa dimensione non solo ‘numerica’ a nostra disposizione”.