“Rispetto alla situazione in cui si trova la Edis Spa, il nostro primo impegno come Amministrazione è di continuare a insistere per verificare se vi siano le condizioni per facilitare il dialogo tra le parti e per utilizzare gli strumenti di cassa integrazione a disposizione”. Così l’assessore al Lavoro Andrea Bosi che oggi, giovedì 2 marzo, ha risposto in Consiglio comunale all’interrogazione presentata da Marco Malferrari, Movimento democratici progressisti, in merito all’annuncio dell’azienda, che confeziona figurine per conto terzi, di aprire una procedura di licenziamento collettivo per 52 dipendenti sui 92 attuali.

Dopo aver sottolineato che “ancora una volta, è soprattutto la componente femminile del lavoro che corre i rischi maggiori”, il consigliere Malferrari ha chiesto se l’Amministrazione ritenga utile un confronto con l’azienda, per capire se si possa scongiurare il licenziamento dei dipendenti o “se sia possibile intraprendere azioni che salvaguardino l’occupazione, rilanciando l’azienda, e se si possano utilizzare ammortizzatori sociali per gestire eventuali esuberi con criteri condivisi, come richiesto dai lavoratori e dai sindacati, e non unilaterali”.

Nella risposta, l’assessore Bosi ha riferito di aver parlato più volte sia il segretario della Slc-Cgil che la famiglia Sinigaglia, attuale proprietaria dell’azienda, per approfondire la situazione. “Il percorso si avvierà in Regione e alla Direzione del lavoro – ha spiegato l’assessore – ma naturalmente l’auspicio anche nostro è che l’azienda non proceda unilateralmente con la decisione di licenziare oltre cinquanta persone ma che, al contrario, accetti di valutare percorsi condivisi con le istituzioni e i lavoratori per verificare altre strade”.

L’assessore Bosi, che ha incontrato i lavoratori in presidio nei giorni scorsi, ha quindi ripercorso in aula i fatti che hanno portato alla situazione attuale. All’inizio del luglio 2016, la famiglia Panini ha ceduto la Edis Spa, fondata oltre trent’anni fa, alla Cartotecnica Sinigaglia, impresa con sede in provincia di Rovigo e di fatto principale concorrente della Edis.

All’atto della vendita, l’azienda contava 110 dipendenti che hanno subito cominciato a ridursi fino ad arrivare ai 92 attuali. Il settore delle figurine è in sofferenza da alcuni anni, tanto che il fatturato della Edis si è andato progressivamente riducendosi. A complicare il quadro, ha spiegato Bosi, nella seconda metà del 2016 è stata disdetta una commessa importante. All’inizio di febbraio l’azienda ha annunciato l’intenzione di avviare una procedura di licenziamento collettivo per 52 dipendenti.

Il 7 febbraio i lavoratori della Edis si sono astenuti dal lavoro a causa “della assoluta non disponibilità dell’azienda a ricorrere agli ammortizzatori sociali a disposizione per gestire la crisi. Durante il presidio i rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto e ottenuto un breve incontro con il direttore dello stabilimento per chiedere l’apertura di un tavolo di confronto, la riduzione degli esuberi e il ricorso agli ammortizzatori utilizzabili. Il 14 febbraio l’azienda ha fatto pervenire alle parti la lettera di apertura di procedura di licenziamento collettivo. Una nuova manifestazione dei dipendenti si è tenuta in questi giorni.

Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, Marco Bortolotti per il Movimento 5 stelle, si è augurato che “licenziando a Modena, la Edis non si stia preparando a trasferire l’attività in Romani dove ha un’altra sede produttiva”. Per il consigliere “un’Amministrazione responsabile non può disinteressarsi di fronte all’ennesima crisi che colpisce il territorio. Ci chiediamo a cosa sono servite finora le azioni della Giunta”.

Per il Pd, Antonio Carpentieri ha sottolineato che il compito del Comune è “cercare di far dialogare i soggetti coinvolti e cercare di limitare i danni con l’obiettivo di dare ai lavoratori che rischiano il licenziamento una risposta più che immediata che li tuteli. In altri casi, l’intervento dell’Amministrazione per facilitare il dialogo ha portato a risultati positivi”.

Nella replica il consigliere Malferrari ha sottolineato che la crisi della Edis è stata così rapida che il timore che la nuova proprietà voglia delocalizzare o che abbia acquisto l’azienda modenese per farla chiudere “c’è tutto”. Il consigliere ha messo anche in evidenza “l’azione necessaria dei sindacati. Emerge la consapevolezza di quanto conti il fatto che i lavoratori si siano organizzati per tempo per tutelare i propri interessi di fronte a un disegno aziendale che rischia di avere gravi conseguenze sulla loro vita”.