L’inflazione a gennaio ha raggiunto l’1%, con un vero ‘boom’ per frutta e verdura (+5,3%). Lo comunica l’Istat che ha rivisto al rialzo le stime preliminari, che erano dello 0,9%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo (Nic), al lordo dei tabacchi, ha registrato a gennaio un aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente e dell’1% nei confronti di gennaio 2016, mostrando segni di accelerazione (era +0,5% a dicembre). Il tasso di incremento annuo registrato a gennaio è il più alto da tre anni e mezzo. Per trovare un valore maggiore, spiegano dall’Istituto di statistica, bisogna tornare ad agosto del 2013, quando era stato dell’1,2%.

Ce ne ha parlato Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti: “Il rialzo dell’inflazione è dovuto alle componenti merceologiche i cui prezzi presentano maggiore volatilità”. Si tratta in particolare della netta accelerazione della crescita tendenziale dei beni energetici non regolamentati (+9,0%, da +2,4% del mese precedente) e degli alimentari non lavorati (+5,3%, era +1,8% a dicembre), cui si aggiunge il ridimensionamento della flessione dei prezzi degli energetici regolamentati (-2,8%, da -5,8%). Per questo motivo, l'”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e alimentari freschi, rallenta, seppur di poco, portandosi a +0,5%, da +0,6% del mese precedente.

Su base annua la crescita dei prezzi dei beni accelera in misura significativa (+1,2%, da +0,1% di dicembre) mentre quella dei servizi rallenta (+0,7%, da +0,9% del mese precedente). Di conseguenza, rispetto a dicembre, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni torna negativo dopo 46 mesi portandosi a meno 0,5 punti percentuali. L’inflazione acquisita per il 2017 risulta pari a +0,7%.

Triplicano in un mese gli aumenti dei prezzi del cosiddetto carrello della spesa. L’Istat rileva infatti per i beni alimentari, per la cura della casa e della persona rincari dei prezzi dell’1,1% a gennaio su base mensile e dell’1,9% su base annua (era +0,6% a dicembre). Aumenti ancora più consistenti toccano i prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto che salgono dello 0,9% in termini congiunturali e registrano una crescita su base annua del 2,2%, dall’1% del mese precedente.

Si impennano in particolare i prezzi dell’ortofrutta a gennaio, con aumenti del 20,4% su base annua per i vegetali freschi e del 7,3% per la frutta fresca. Anche rispetto a dicembre ci sono rincari, rispettivamente del 14,6% e dello 0,9%. Questi aumenti congiunturali, spiega l’Istat, “confrontandosi con le riduzioni dei prezzi registrate a gennaio 2016 (rispettivamente -2,0% e -1,6%), determinano, su base annua, accelerazioni della crescita particolarmente marcate”.

Rincari delle verdure al top da 20 anni – Mai negli ultimi venti anni l’Istat ha registrato un aumento tendenziale dei prezzi dei vegetali freschi maggiore di quello di gennaio 2017. La crescita del 20,4% rispetto a gennaio 2016 è la più alta dall’inizio delle serie storiche, a gennaio 1997. Il record precedente era stato raggiunto ad aprile 2002 con un incremento del 19,6%.