I sindacati Funzione Pubblica/Cgil, Filcams/Cgil e Fisascat/Cisl Emilia Centrale insieme alle lavoratrici e ai lavoratori impiegati presso i Centri prelievi territoriali del sangue della provincia di Modena esprimono forte preoccupazione sulla situazione di questi centri e su quello che succederà rispetto al loro posto di lavoro e alla qualità dei servizi erogati.
“E’ in corso il rinnovo dell’appalto dei servizi da parte dell’ Azienda Usl di Modena per l’esecuzione dei prelievi ematici, l’accesso diretto ai prelievi e il ritiro dei campioni biologici giornalieri nei distretti di Modena, Carpi, Mirandola, Castelfranco Emilia, Sassuolo, Pavullo e Vignola – spiega una nota  Funzione Pubblica/Cgil, Filcams/Cgil e Fisascat/Cisl Emilia Centrale –
Su questi centri sono impiegati  attualmente 39 operatori  per la parte amministrativa e di segreteria, 35 dipendenti della Cooperativa Sociale Domus Assistenza e 4 della società Salus srl, oltre a diversi infermieri e medici, di cui alcuni precari.
Molti di loro lavorano in questo appalto da oltre 10 anni, con professionalità e impegno per garantire alla cittadinanza questi servizi e si ritrovano da più di un mese nell’attesa di capire ora quale sarà il loro destino lavorativo.
A dicembre 2016 infatti hanno ricevuto la notizia che con il nuovo anno sarebbe cambiata la gestione del servizio a seguito del rinnovo dell’appalto, ma a tutt’oggi non è stato ancora chiarito ai lavoratori quali saranno esattamente le modifiche nella nuova organizzazione prevista dal nuovo capitolato d’appalto. Per molti di loro la prospettiva è quella di trovarsi con un orario ridotto di lavoro (per alcuni anche del 60% rispetto all’orario attuale) con una perdita notevole di retribuzione,  un cambio di sede e per qualcuno anche il rischio di perdere il posto di lavoro a causa dei tagli previsti sul capitolato d’appalto.
Ci sono infatti una serie di attività attualmente svolte, come per esempio quelle connesse a supporto di medici e pazienti per le terapie anticoagulanti orali o la distribuzione degli esiti delle analisi e le attività di segreteria legate ai prelievi, che non sono più previste nel nuovo capitolato d’appalto. Tutto ciò – proseguono i sindacati – rischia di riflettersi anche sulla qualità del servizio erogato alla cittadinanza: parliamo infatti di centri che attualmente garantiscono una media giornaliera di circa 3.100 accessi su tutta la Provincia, per un servizio essenziale per il cittadino”.

“Nonostante le Organizzazioni Sindacali abbiano da mesi più volte sollecitato l’Azienda Usl, richiedendo anche un incontro, al fine di  chiarire cosa succederà nei servizi a causa delle riduzione orarie previste nelle aperture al pubblico di alcuni centri, ad oggi non abbiamo avuto nessuno riscontro da parte dell’azienda” affermano Mohcine El Arrag Fp/Cgil, Vincenza Corcione Filcams/Cgil e Patrice Zemo Fisascat/Cisl.
“Riteniamo molto grave questo atteggiamento – proseguono i sindacalisti – sia nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici che dei cittadini che rischiano di ritrovarsi da marzo con un peggioramento di servizi sanitari essenziali”.
Nei prossimi giorni si terrà un’ulteriore assemblea con i lavoratori per definire le iniziative da mettere in atto per garantire i diritti dei lavoratori e degli utenti, in caso non ci fosse risposta da parte dell’Azienda Usl.