Tecniche di contenimento del dolore durante il parto: i reparti di Anestesia e Rianimazione e di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda ospedaliera Irccs Santa Maria Nuova si preparano a offrire alle donne l’opportunità di partorire con l’analgesia epidurale previa valutazione medica di idoneità.

La prestazione sarà attivata in regime istituzionale a partire dal 20 febbraio per tutte le donne che vogliano candidarsi a questo percorso e che abbiano i requisiti indispensabili a rendere tale metodica quanto più sicura. Il percorso è gestito da un team di anestesisti dedicati che garantirà l’assistenza 24 ore su 24, festivi compresi, in stretta collaborazione con i ginecologi e le ostetriche della struttura. Sino ad oggi la possibilità di partorire in analgesia era presente ma sottoposta a vincoli organizzativi che ne limitavano l’offerta.

La novità arriva grazie a un percorso formativo ad hoc che impegna diverse professionalità del Santa Maria Nuova, ospedale che nell’anno 2016 ha visto 2047 parti su un totale di 4.055 dell’intera provincia di Reggio Emilia.

Esprime soddisfazione il Prof Giovanni B. La Sala, direttore della Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia “L’offerta della partoanalgesia a richiesta della gestante è un importante passo in avanti nel rispetto dei diritti della donna ed è in linea con l’obiettivo nazionale e regionale dell’ospedale senza dolore. Crediamo che contribuirà ad aumentare l’attrattiva del punto nascita dell’ASMN-IRCCS”.

“Il nostro servizio ha creduto fortemente nell’introduzione di questa metodica ritenendo che abbia un ruolo fondamentale nel garantire un inizio della maternità più sereno” spiega Giorgio Danelli, Direttore della S.C. Anestesia e Rianimazione del Santa Maria Nuova “L’impegno organizzativo e personale, legato al tipo di lavoro differente, consideriamo sia un atto dovuto nei confronti di una struttura ospedaliera che accoglie la metà dei parti della provincia. Il percorso della gravidanza fisiologica vede operare in stretta integrazione le figure dell’ostetrico, del neonatologo, del ginecologo, dell’anestesista. Parole chiave per noi sono sicurezza, controllo del dolore, dignità della paziente, gratuità”.

Alle donne interessate a partorire con epidurale sarà chiesto di prendere parte a un incontro informativo di gruppo alla presenza delle figure dell’anestesista e dell’ostetrica. L’appuntamento sarà a cadenza mensile, rivolto alle gestanti che abbiano superato la 30a settimana di gravidanza, avrà la durata di circa 2 ore e sarà ad accesso libero, senza prenotazione. Durante l’incontro saranno spiegate le modalità, i vantaggi e le controindicazioni alla metodica.

A fine periodo di gestazione, intorno alla 37a settimana, la donna eseguirà gli esami ematochimici di routine e porrà richiesta di visita anestesiologica per parto analgesia al medico o all’ostetrica che l’ha seguita sino a quel momento. Per poter usufruire dell’anestesia epidurale, infatti, è richiesta l’idoneità anestesiologica. In prossimità del parto sarà ancora la donna a compiere la scelta finale di confermare oppure no la preferenza per questa metodica.

Calendario, orari e sede degli incontri sono pubblicati sul sito internet www.asmn.re.it.

 

Contenimento del dolore da parto

Tecniche farmacologiche

L’analgesia peridurale e quella combinata spino-peridurale rappresentano la tecnica anestesiologica in uso e approvata in tutto il mondo per un adeguato controllo del dolore durante il parto sia spontaneo che indotto farmacologicamente. Entrambe prevedono la somministrazione di farmaci (anestetici locali ed oppioidi) a bassissime concentrazioni direttamente a livello del tratto lombare della colonna vertebrale,  permettendo di raggiungere le fibre che trasportano la sensibilità dolorifica ma preservando la sensibilità e la motilità. L’obiettivo è che la gestante continui ad avvertire l’arrivo delle contrazioni, che però non vengono avvertite come dolorose, e che conservi la forza muscolare degli arti e dell’addome, consentendole di camminare e spingere durante il periodo espulsivo. I farmaci utilizzati sono sicuri per la donna e per il feto. Durante tutto il travaglio in analgesia la gestante viene assistita dal personale ostetrico e il benessere fetale è monitorato attraverso il tracciato cardiotocografico che misura il battito cardiaco del bambino e rileva l’eventuale presenza di contrazioni dell’utero materno e la loro frequenza.

 

Tecniche non farmacologiche

Le équipes ostetriche del Santa Maria Nuova sono formate per eseguire tecniche alternative di contenimento del dolore:

·    Supporto emotivo strutturato: il sostegno messo in atto durante il travaglio e il parto dal professionista sanitario (principalmente dall’ostetrica) permette di accompagnare la donna nel corso del travaglio, aiutandola ad affrontare e contenere il dolore riducendo il ricorso a tecniche farmacologiche.

·    Movimento e posizioni: nel periodo di dilatazione dell’utero le donne sono invitate ad alternare le diverse posizioni e sono incoraggiate a stare in piedi, camminare o sedersi; nel periodo espulsivo, a dilatazione completa, viene offerta e suggerita la possibilità di assumere, oltre alla supina, diverse posizioni (laterale, carponi, seduta, semi-seduta 30°, in ginocchio, squatting).

·    Massaggio: il massaggio può essere praticato dall’ostetrica, dal partner o dalla persona che accompagna la donna. Questo approccio, oltre a ridurre la percezione del dolore, favorisce il rilassamento e riduce lo stress. I massaggi localizzati profondi sciolgono le tensioni locali, quelli leggeri stimolano le terminazioni nervose della pelle producendo sensazioni piacevoli che riducono la trasmissione di parte degli impulsi dolorifici.

·    Tecniche di rilassamento: consistono in particolari tipi di respirazione o nell’utilizzo della voce tramite vocalizzi liberi o canto, provocando vibrazioni interne al corpo materno combinate con una respirazione ritmata. Per alcune donne l’ascolto di una musica gradita può facilitare la creazione di un ambiente familiare, favorendo il rilassamento e le percezioni positive.

·    Utilizzo dell’acqua: l’acqua calda può contribuire a ridurre la percezione del dolore e favorire il benessere materno. Aumenta la circolazione locale, la temperatura cutanea e muscolare locale, l’attività metabolica dei tessuti, diminuisce gli spasmi muscolari, rilassa la micro muscolatura e innalza la soglia del dolore. L’acqua contribuisce a instaurare un benessere intimo e profondo che può facilitare un riequilibrio neuro endocrino.