Sul tema dell’abusivismo (da quello che viene svolto tra le pareti domestiche alla zona grigia che si forma nella sharing economy, a quello degli operatori abusivi sulle strade), la Presidente di Confcommercio Reggio Emilia ha inviato una lettera aperta a Prefettura, Sindaci, Consigli Comunali e Comandi di Polizia Municipale dei Comuni reggiani; Comandi provinciali dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Questura.

A seguire il testo integrale:

Gentili Signori,

                                            Vi scrivo per portare alla vostra attenzione e per chiedere che valutiate, cosa per la quale vi do la mia piena disponibilità nel caso riteniate utile un confronto, la necessità urgentissima che nelle rispettive agende sia inserito il tema dell’abusivismo che potremmo definire domestico. Uso questo termine in quanto si tratta di una varietà piuttosto ampia di lavoratori completamente sconosciuti al fisco che esercitano irregolarmente un’attività presso il proprio domicilio, dai parrucchieri a chi vende abbigliamento.

                  Contiguo a questo, inoltre, è anche il tema della zona grigia (o nera) della sharing economy: quell’insieme di privati che aderendo a diverse formule, dall’alloggio alla ristorazione, attraverso portali noti offrono servizi senza garanzia del rispetto delle normative che regolano le rispettive attività nell’interesse dei consumatori e della collettività.

                  A questi poi si aggiunge il classico abusivismo “su strada”, dai venditori abusivi di articoli contraffatti o di fiori ai parcheggiatori abusivi: problema che le nostre Forze dell’ordine si sforzano di contrastare con mezzi spesso insufficienti e per il quale ancora pochi giorni fa abbiamo chiesto a tutti – cittadini, imprese e, in particolare, forze politiche locali – uno sforzo convinto e concreto.

                  Si tratta di fenomeni, lo sottolineo con forza, che non reggono alla giustificazione dell’esiguità della singola evasione e della singola violazione che un individuo pone in essere per “arrotondare”. Ci troviamo di fronte a una massa totale di violazioni estremamente rilevante per la collettività, il cui conto alla fine lo pagano sempre gli stessi: gli esercenti in regola. Il fenomeno è in aumento e in aumento sono i rischi per la salute. Nel 2016 il 27% circa dei consumatori ha acquistato almeno una volta prodotti illegali o ha utilizzato servizi offerti da soggetti non autorizzati. Cresce l’acquisto illegale sul web, dai farmaci all’elettronica. Il 72% circa dei consumatori pensa che acquistare prodotti illegali sia “normale” o “utile” per chi è in difficoltà. Nel 2016 la percentuale delle imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti che ritengono di essere state danneggiate “in generale” dall’azione della illegalità è cresciuta al 65,1% rispetto al 62,1% del 2015.

                  Sommerso, evasione, rischi per il consumatore: una massa di illegalità che impoverisce lo Stato e la filiera regolare della fornitura di beni e servizi. E’ necessario intervenire con controlli efficaci. E’ una questione di civiltà e di rispetto delle leggi, del mercato, dei consumatori e delle imprese.

                  Confcommercio – Imprese per l’Italia vuole essere vostro partner in questo lavoro. Lo è già a livello nazionale con proposte e studi per affiancare la Pubblica Amministrazione nella ricerca di soluzioni efficaci sulla sharing economy e sull’abusivismo; lo siamo a Reggio Emilia per confrontarci con ognuno di voi e trovare soluzioni adeguate perché siano avviati controlli efficaci sul territorio.

                  Vi ringrazio per la vostra attenzione e rimango a vostra disposizione per qualsiasi ulteriore dettaglio di cui aveste necessità.

                  Cordiali saluti,

 

DONATELLA PRAMPOLINI MANZINI

(Presidente)