Hanno scioperato anche gli addetti dello stabilimento Artoni di Campogalliano nell’ambito dell’iniziativa di lotta nazionale proclamata per oggi 16 febbraio dai sindacati trasporti Filt/Cgil Fit/Cisl Uiltraporti a sostegno dell’accordo Fercam-Artoni per l’acquisto di ramo d’azienda.
Lavoratori e sindacati si sono infatti mobilitati contro la decisione di Fercam che ieri ha fatto saltare l’accordo per l’acquisto di Artoni come ramo d’azienda.
Oltre allo sciopero è previsto oggi pomeriggio un presidio di tutti i lavoratori diretti e indiretti di Artoni, a partire dalle ore 14 davanti alla stabilimento Fercam di Parma (via Mantova 92).

A Modena, nello stabilimento di Campogalliano sono a rischio circa un centinaio di lavoratori tra dipendenti diretti di Artoni e lavoratori in appalto che operano nei magazzini. L’adesione allo sciopero è stata totale, sia tra i dipendenti diretti che gli indiretti.
“Servono risposte concrete per dare continuità occupazionale a tutte le maestranze presenti da diversi anni in questo stabilimento – affermano Giulia Grandi Filt/Cgil, Salvatore Corbisiero Fit/Cisl e Raffaele Perfetto Uiltrasporti – tra i dipendenti diretti di Artoni c’è gente con grande anzianità di servizio, da 15 anni ad oltre 20 anni di anzianità”.
Alle ore 12.15 di oggi parte un pullman davanti alla sede di Artoni di Campogalliano per raggiungere presidio davanti alla sede Fercam di Parma.

I sindacati denunciano duramente la posizione di Fercam che ieri si è sottratta alla prosecuzione dell’esame congiunto sull’acquisizione di ramo d’azienda, scaricando le proprie responsabilità sulle organizzazioni sindacali, che a dire di Fercam non hanno accettato una riduzione dei salari e dei dipendenti diretti di Artoni.
I sindacati chiedono invece che l’azienda sia disponibile a proseguire il confronto, avviato lo scorso 19 gennaio e che aveva avuto un primo momento di confronto il 10 febbraio, per garantire l’occupazione e la possibilità per i lavoratori non interessati dal passaggio di azienda ad accedere ad ammortizzatori sociali.
La procedura sul passaggio di ramo d’azienda deve essere conclusa per garantire la continuità di tutte le attività, considerato il concreto rischio occupazionale che interessa a livello nazionale circa 3.000 lavoratori tra diretti e indiretti di Artoni.