I sindacati della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil esprimono apprezzamento nei confronti della lettera inviata qualche giorno fa al Presidente della Repubblica Mattarella e al Presidente del Consiglio Gentiloni, da parte di Giancarlo Muzzarelli riguardo all’impasse istituzionale in cui si trova da tempo la Provincia di Modena.
“Abbiamo già denunciato in passato la situazione che fino ad oggi non si è fatta sentire nella sua drammaticità per una gestione attenta delle risorse che ha permesso di attutire le ricadute dei tagli – sostengono Fabio De Santis, Davide Battini e Giuseppe Belloni, rispettivamente segretari provinciali della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil – La situazione è aggravata ancora di più oggi non solo dal calo delle risorse, ma dall’impossibilità, che va avanti da diversi anni, di assumere personale, dopo una fase di ridimensionamento degli organici, perche la legge, rimasta a metà via, impedisce assunzioni a qualsiasi titolo”.
Si sono messe le briglie alle province, impedendo loro di funzionare, eppure le strade provinciali sono percorse ogni giorno da decine di migliaia di cittadini e rappresentano un’infrastruttura indispensabile del territorio; le scuole superiori sono frequentate ogni giorno da oltre 32.000 giovani studenti e la manutenzione degli edifici è garantita dal personale.
Si tratta solo di due esempi riguardo alle attività svolte dalla Provincia. Ma in questi anni anche i lavoratori della Provincia sono stati il bersaglio di un’attività denigratoria di uomini politici al governo, disinteressati ai problemi dello sviluppo e del mantenimento del territorio, del ruolo decisivo del lavoro pubblico e delle istituzioni democratiche del Paese.
“Ma il numero di quei lavoratori oggi non è più sufficiente per garantire il buon funzionamento dei servizi per i cittadini – continuano i sindacalisti – La volontà da sola non basta: servono risorse per ridare dignità al ruolo degli Enti Locali, mediante il ripristino di nuove assunzioni, in modo da far ripartire il ruolo della Provincia e dare possibilità di governo agli amministratori locali. Ne va della dignità degli amministratori, come ha giustamente rimarcato Muzzarelli, e ne va della dignità di quei lavoratori che permettono, silenziosamente e spesso in un clima di caccia alle streghe semplicistico e ingeneroso nei loro confronti, la gestione del territorio e la sicurezza per i cittadini”.

I sindacati ricordano che manca ancora un disegno organizzativo dell’Ente che metta a sistema i cambiamenti e le riduzioni del personale che si sono susseguiti nel tempo. Contemporaneamente vanno trovate le modalità per valorizzare chi tra mille difficoltà continua a cercare di garantire servizi all’altezza di quella qualità di cui le amministrazioni modenesi si fregiano.
Il rilancio degli Enti Locali è ormai un’emergenza del Paese, non procrastinabile, che va inserita dentro un’idea di modello di sviluppo, possibile soltanto se si fa partire un piano di investimenti pubblici. Per i sindacati bisogna fare emergere la consapevolezza che 8 anni di interventi legislativi in materia di lavoro pubblico, in sostituzione della contrattazione, hanno prodotto soltanto sfaceli. È una consapevolezza che non è più solo del sindacato e dei lavoratori, se pensiamo a quanto sottoscritto nell’Accordo Quadro sul rinnovo del CCNL Pubblico Impiego il 30 novembre scorso tra il Governo, Cgil, Cisl e Uil.
Insomma i Sindacati sostengono che il disegno culturale e legislativo, inaugurato da Brunetta, ma perseguito anche da tutti i governi successivi, è arrivato al capolinea.