Due esponenti di spicco del sindacato “SI Cobas”, sono stati arrestati dalla Polizia di Stato di Modena all’interno dello stabilimento ALCAR UNO di Castelnuovo Rangone dopo aver riscosso 5.000,00 euro, quale rata di una estorsione complessiva di 90.000,00 euro, ai danni dell’amministratore delegato dell’azienda, leader nel campo della lavorazione delle carni, al fine di garantire la “pace sociale” ed evitare proteste con blocco di merci e persone. Come noto le azioni di protesta avevano avuto un picco esponenziale nei mesi di novembre e dicembre scorsi. 

Le indagini della Squadra Mobile modenese sono state condotte anche attraverso l’utilizzo di attività tecniche: il passaggio di denaro è stato interamente ripreso da telecamere nascoste, mentre l’intera indagine si è avvalsa dell’utilizzo di numerose intercettazioni telefoniche e ambientali.

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La notizia dell’arresto del leader nazionale del sindacato Si-Cobas, e del consulente sindacale dei Cobas appresa dagli organi di informazione, e i particolari resi noti stamattina nella conferenza stampa della Questura di Modena, “confermano che molti lavoratori del distretto modenese delle carni sono stati sfruttati due volte: una prima volta nel sistema degli appalti, una seconda attraverso sindacati che avevano altri fini” afferma Manuela Gozzi segretario Cgil Modena.

Il sistema degli appalti alle false cooperative, spesso organizzate dalle stesse aziende committenti e tuttora in forte espansione, ha fatto proliferare illeciti di ogni tipo, denunciati più volte dalla Cgil di Modena, sia alle autorità competenti sia alle amministrazioni locali.

“Non stupisce ora – continua Manuela Gozzi – che il convergere di forti interessi economici su uno dei distretti industriali più importanti d’Europa (il fatturato del settore carni modenese è di 3 miliardi di euro annui) e il clima di illegalità diffusa nel sistema degli appalti possano aver creato spazi anche per i gravissimi fatti per i quali sono stati arrestati gli esponenti dei Si-Cobas e sui quali chiediamo alla Magistratura di fare luce al più presto”.

L’azione rivendicativa della Cgil oggi chiede al sistema delle imprese di riconoscere la dignità dei lavoratori degli appalti attraverso l’uguaglianza dei diritti nello stesso sito lavorativo, introducendo la clausola sociale che garantisca continuità occupazionale e di tutele ai lavoratori nel cambio appalto. A differenza di sindacati come Sì-Cobas, la Cgil porta avanti queste lotte in maniera democratica e non violenta, cercando di rappresentare tutti i lavoratori con una visione generale del mondo del lavoro.

La Cgil di Modena chiede alle Istituzioni provinciali e alle Associazioni di rappresentanza che si riattivi al più presto il tavolo provinciale sul distretto delle carni per affrontare tutti i problemi legati alla legalità nel sistema degli appalti.
La Cgil da anni è in campo sul tema degli appalti e per questo ha promosso un referendum specifico per estendere la responsabilità in solido delle aziende committenti senza limiti temporali. Questo referendum, insieme a quello per l’abolizione dei voucher, sono già stati dichiarati ammissibili e “chiediamo al Governo – conclude Gozzi – di fissare al più presto la data, per dare la possibilità ai cittadini e ai lavoratori di votare due SI’ per liberare il lavoro e cambiare l’Italia”.

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“Serve la ricomposizione di un sistema ordinato della rappresentanza e delle relazioni”: il deputato modenese del Pd Davide Baruffi, componente della Commissione Lavoro della Camera, torna su quanto già denunciato in passato, ovvero il deterioramento, soprattutto in alcuni comparti, delle relazioni tra imprese e rappresentanze dei lavoratori. Su quanto stava accadendo, in particolare, nel settore della lavorazione delle carni, l’on. Baruffi aveva già presentato diverse iniziative parlamentari. Ora, visto il tentativo di estorsione denunciato dalla Squadra Mobile della Questura modenese, preannuncia la volontà di interpellare, ancora una volta, il Governo.

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«L’arresto dei sindacalisti di Si Cobas rappresenta un episodio gravissimo che preoccupa ma che non deve alimentare ulteriori tensioni; deve piuttosto rappresentare uno stimolo in più per tutte le parti interessate per cercare insieme tutte le soluzioni possibili ai problemi del settore».

Lo afferma Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Provincia di Modena, a proposito dell’arresto di due sindacalisti di Si Cobas accusati di estorsione ai danni di un imprenditore modenese del settore della lavorazione delle carni.

«Occorre un impegno di tutte le istituzioni a partire dal livello nazionale – aggiunge Muzzarelli – per fissare regole puntuali per il rispetto del lavoro. Bene l’intervento della magistratura e delle forze dell’ordine per assicurare il rispetto della legalità e auspico che ci siano le condizioni per trovare uno sbocco positivo, con la collaborazione di tutti, ai problemi di un settore strategico dell’economia modenese».