Venerdì 20 gennaio si concludono alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5 ) le lezioni del primo ciclo dedicato al tema Città sante ideato dal Centro Studi Religiosi. Massimo Campanini presenta la conferenza dal titolo La Mecca. Legge rivelata e ordine sociale nell’Islam sunnita.

Campanini è professore di Storia dei Paesi islamici presso l’Università di Trento. Si è occupato dell’evoluzione del pensiero filosofico e politico arabo e islamico – dai classici medievali (al-Farabi, Averroè, al-Ghazali) alle trasformazioni contemporanee – e del ruolo del testo coranico nella costituzione dei saperi islamici. Più di recente ha approfondito l’indagine sulla formazione e sul pensiero dei movimenti radicali e riformisti del mondo arabo. Ha recentemente pubblicato: I sunniti (Bologna 2008); I Fratelli Musulmani nel mondo contemporaneo (a cura di, Torino 2010); L’alternativa islamica. Aperture e chiusure del radicalismo (Milano 2012); Le rivolte arabe e l’Islam. La transizione incompiuta (a cura di, Bologna 2013); Oltre la democrazia. Temi e problemi del pensiero politico islamico (Milano-Udine 2014); Islam e politica (Bologna 2015); Quale Islam? Jihadismo, radicalismo, riformismo (Brescia 2015); L’Islam, religione dell’Occidente (Milano-Udine 2016).

La dogmatica della religione islamica è molto semplificata e si incentra nella confessione di fede monoteistica, con quanto essa implica relativamente alla rivelazione profetica. La ben nota formula è: “Non vi è altro dio al di fuori di Dio e Muhammad è l’Inviato di Dio”. Dall’Unicità di Dio deriva la credenza in ciò che Dio ha creato e decretato: gli angeli, il giorno del giudizio, la rivelazione comunicata ai profeti attraverso Libri sacri. A parte questi elementi trascendenti, i primi versetti del secondo capitolo (sura) del Corano sottolineano che i musulmani credono nell’invisibile, eseguono la preghiera ed elargiscono ai poveri e ai bisognosi quanto hanno ricevuto in dono dalla benevolenza divina. Dunque, si aggiunge un aspetto pratico, attivo (la preghiera e l’elemosina legale) a quello legato strettamente al culto.

Al di là di questo, nessuna credenza e nessun mistero vincola il fedele. L’invisibile di cui parla il Corano è la dimensione dell’imperscrutabile volontà di Dio, non dogmi che la ragione è incapace di spiegare e che i musulmani considerano come irrazionali. Sono piuttosto gli obblighi cultuali  che si impongono al fedele: oltre alla professione dell’Unicità, la preghiera e l’elemosina legale, già citati, il digiuno nel mese di Ramadan dall’alba al tramonto e il pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nella vita, in caso se ne abbiano i mezzi e se si goda di buona salute. Sono questi obblighi pratici, i famosi “cinque pilastri”, che qualificano l’appartenenza del fedele all’islam molto più della dogmatica, e che gli garantiscono la salvezza.

Ciò significa che, rispetto ancora al cristianesimo, l’islam è essenzialmente “retto comportamento”, piuttosto che “retta opinione”. Importa più ciò che si fa che ciò che si crede. Ancora il Corano dice che Dio perdona ogni peccato e ogni colpa, tranne il politeismo, l’associare alla sua Unicità altri dèi. Il fatto già evidenziato che nell’islam sunnita non esistano né Chiesa né clero, cioè non esistano né un organismo centrale che impartisce un magistero cui tutti i fedeli sono tenuti a conformarsi, né un ceto di consacrati, i sacerdoti, che fungono da mediatori tra Dio e il credente, conferma questo punto di vista.

La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente nel sito www.fondazionesancarlo.it, da cui potrà essere scaricata gratuitamente.

A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione.