“Le difficoltà oggettive che affliggono la linea Modena-Sassuolo sono evidenti e i nostri obiettivi come Amministrazione, in stretto contatto con gli altri Comuni interessati, sono insistere con la Regione perché mantenga gli impegni assunti rispetto ai nuovi treni e alla cadenza oraria; cercare di sfruttare la linea nel migliore dei servizi possibili; scegliere, all’interno della visione più generale dei nuovi Pums e Psc, una strada che ci tolga dall’empasse in cui siamo oggi”.

Lo ha detto l’assessore alla Mobilità del Comune di Modena Gabriele Giacobazzi rispondendo, nella seduta consiliare di giovedì 22 dicembre, alle due interrogazioni sulla situazione e sulle prospettive della linea proposte da Simona Arletti (Pd) e da Mario Bussetti (Movimento 5 stelle). “La linea Modena-Sassuolo – ha proseguito l’assessore – è un servizio che non possiamo abbandonare perché serve le categorie più deboli, è però altrettanto vero che dobbiamo evitare di superare il confine tra cura necessaria e accanimento terapeutico”.

Nel presentare l’interrogazione, la consigliera Arletti ha ricordato la decisione della Regione di investire oltre 11 milioni di euro sulla tratta Modena-Sassuolo nel biennio 2017-2018, sottolineando però che le verifiche in corso da parte di Fer devono essere accelerate “per offrire quanto prima agli utenti un servizio degno dei nostri tempi ed evitare di perdere altri utenti”. Ha poi interrogato la Giunta per sapere “come si stia muovendo per sollecitare Fer e la Regione anche in merito agli episodi di disservizio e disagio che si sono verificati e quale impegno sia realmente attuabile per avviare il prima possibile l’annunciato progetto di rinnovamento delle stazioni e del materiale rotabile per permettere migliori frequenze”.

Mario Bussetti dopo aver messo in evidenza che le “automotrici Ale582, non nuove ma più recenti di quelle risalenti ormai agli anni ’50 ancora in servizio, fornite dalla Regione sono state ritirate pochi giorni dopo perché inadeguate”, ha sottolineato che i costanti disagi, che  mettono a rischio la sicurezza dei viaggiatori e la regolarità del servizio, “rendono sostanzialmente inutilizzabile il mezzo su ferro orientando i viaggiatori verso l’uso del mezzo proprio e negando un servizio fondamentale ai cittadini che non possono avvalersi dell’automobile”. Rabboni ha quindi chiesto se l’Amministrazione si sia informata da Tper per sapere come mai le criticità con le motrici non siano state affrontate prima dell’introduzione dei mezzi e se intenda fare pressione per assicurare un adeguato servizio di controlleria sui treni della linea Modena-Sassuolo.

Nella risposta, l’assessore Giacobazzi ha citato gli ultimi incontri con la Regione, avvenuti in dicembre, che hanno portato a un programma concordato per mantenere la cadenza delle corse alla mezz’ora (anche se in alcuni casi con l’autobus) con un nuovo assetto dei mezzi. Già dal 12 dicembre avrebbero dovuto entrare in servizio nuovi treni: “Tale assetto però presenta problemi oggetto di attenzione da parte del gestore ma non ancora superati. In base agli accordi – ha proseguito l’assessore – da giugno 2017 dovrebbero esserci sostanziali miglioramenti dei mezzi in circolazione e poi, nel 2019, treni nuovi. Lo scorso 20 dicembre Regione e gestore hanno appaltato i lavori sulle banchine, uno dei problemi che presenta la linea, e stanno esaminando una serie di interventi ulteriori ipotizzando anche la riduzione dei passaggi a livello, con le conseguenze e i costi che si possono immaginare. Serve quindi un’analisi attenta del rapporto costi-benefici, anche perché non ci sono soluzioni che eliminino del tutto l’impatto del treno sulla città”.

Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, Fabio Poggi (Pd) ha detto che “è doveroso chiedersi se non si sta davvero arrivando all’accanimento terapeutico e se non sia il momento di prendere in considerazione, tra le varie alternative, costi e benefici della dismissione della linea valutando trasformazioni che andrebbero a vantaggio della città”.

Marco Rabboni (M5s) ha affermato che “se si ragionasse sui costi, bisognerebbe dismettere l’intero trasporto pubblico”, augurandosi che “si vada nella direzione di un miglioramento della tratta, con più mezzi, più frequenza e più utenti, una doppia linea e più fermate”.

“Spero – ha detto in replica Simona Arletti – che il servizio possa essere mantenuto perché indispensabile per chi non ha mezzi propri, anche se ormai pare superata l’ipotesi che possa diventare uno strumento di mobilità pulita più fruibile anche per altri utenti. Auspicherei una via di uscita anche sostituendo la linea ferroviaria con servizi su gomma non inquinanti, anche se credo che finora questa ipotesi non sia stata considerata”.

Per il consigliere Bussetti “è difficile pensare che le complessità citate non possano essere affrontate e risolte: è questo che dovrebbe fare, per tempo e in sede di programmazione, il gestore. Penso che non si debbano ignorare le alternative, ma la politica dovrebbe conservare la capacità di sognare e di andare oltre il mero conto economico”.