Il Comune di Bologna ha deciso di non avvalersi della “definizione agevolata” dei debiti oggetto di riscossione diretta da parte dell’amministrazione secondo quanto stabilito dal Decreto fiscale diventato legge lo scorso 2 dicembre con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Si tratta della cosiddetta rottamazione delle cartelle esattoriali anche per i Comuni che non usufruiscono dei servizi di Equitalia che dava la possibilità di rateizzare il debito senza sanzioni e interessi di mora. A Bologna la riscossione è diretta dal 2012.

La decisione è contenuta in una delibera di giunta approvata nell’ultima riunione dove si specifica che, dopo un meditato approfondimento, il Comune di Bologna non ritiene opportuno esercitare questa facoltà perché rischia di provocare disparità verso i cittadini che hanno pagato puntualmente multe, tributi e i corrispettivi per i servizi a domanda individuale.
La giunta guidata da Virginio Merola sta portando avanti con efficacia ed efficienza l’attività di riscossione (anche coattiva) e introdurre questa forma per sanare le pendenze produrrebbe sicuramente effetti negativi, disincentivando i pagamenti. Un’altra delle motivazioni che ha portato l’amministrazione bolognese a non avvalersi della “definizione agevolata” è quella relativa alle ricadute operative legate all’introduzione di questa misura che rischiano di essere gravose dal punto di vista amministrativo e contrastare invece col principio della semplificazione amministrativa.

“E’ una decisione che abbiamo preso con convinzione – dichiara il sindaco Virginio Merola – e crediamo in questo modo di lanciare un importante messaggio di equità per i nostri cittadini”.