cartina_emiliarContributi per oltre 15,8 milioni di euro, di cui 8 milioni da parte della Regione, a 39 Unioni di Comuni dell’Emilia-Romagna. I finanziamenti sono relativi alle gestioni associate di funzioni per il 2016. Quest’anno le erogazioni sono state incentrate in particolar modo sull’effettività delle gestioni associate e hanno tenuto maggiormente conto degli sforzi compiuti dai Comuni per l’allargamento e lo sviluppo delle Unioni. Quelle che hanno presentato domanda sono state 41, di queste sono state ammesse 39. Due escluse per mancanza di requisiti.
Agli 8 milioni di euro stanziati dalla Regione si sommano dunque le risorse di provenienza statale pari a 7,8 milioni di euro; le 39 Unioni beneficiano quindi di contributi che ammontano complessivamente a oltre 15,8 milioni di euro. Il contributo, al netto dei 3 milioni riservati in base alla legge e al bando alle sole Unioni montane, è stato ripartito sulla base del numero e della consistenza delle funzioni gestite, della popolazione, del territorio e del numero dei Comuni dell’Unione e, inoltre, in base all’effettività economica della gestione delle funzioni.
Nel dettaglio, 2,91 milioni arrivano nel territorio di Bologna, da suddividere tra le 7 Unioni. Seguono Modena con 2,70 milioni per 6 Unioni; Reggio Emilia con 2,46 milioni per 7 Unioni; Piacenza con 1,94 milioni per 7 Unioni; Forlì-Cesena con 1,46 milioni per 3 Unioni; Ravenna con 1,45 milioni per 2 Unioni; Parma con 1,30 milioni per 3 Unioni; Rimini con 827mila euro per 2 Unioni e Ferrara con 792mila euro per due Unioni.
“Questa è innanzitutto una fase di sperimentazione, avviata con un grande processo collaborativo tra tutti gli enti interessati- afferma l’assessore al Bilancio e riordino territoriale, Emma Petitti-. Con questo primo bilancio, è emersa la valorizzazione di quei modelli di Unioni positivi, che garantiscono maggiori servizi ai cittadini e allo stesso tempo razionalizzano le risorse impiegate. Allo stesso tempo cerchiamo di correggere le criticità emerse. Abbiamo già avviato un confronto con i presidenti delle Unioni su cui dovremo lavorare di più”. In particolare, prosegue, “sono due gli aspetti emersi: da una parte la presenza di Unioni più solide e integrate, che hanno realizzato passi in avanti notevoli grazie a processi riorganizzativi e funzionali indotti e favoriti da alcuni dei nuovi criteri incentivanti, con un aumento sia del numero che della rilevanza delle gestioni associate. Dall’altra, è emersa qualche criticità da parte di enti in cui continuano a persistere aspetti di debolezza territoriale e strutturale oppure di scarso interesse per un’integrazione più evoluta e forte tra i Comuni. Il riparto- chiude l’assessore- è risultato quindi più selettivo e ha premiato le Unioni più attive e dinamiche”.