Il 28 luglio ricorre il 73° anniversario dell’eccidio delle Officine ‘Reggiane’, quando a seguito di una direttiva del governo Badoglio, l’esercito sparò su una folla di manifestanti che chiedevano la fine della guerra, uccidendo 9 operai delle Officine Reggiane e ferendo oltre 50 persone.
Comune e Provincia di Reggio Emilia, confederazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, associazioni partigiane Anpi, Alpi-Apc, Anppia, Istoreco, Comitato ex operai e impiegati delle Reggiane e Comitato democratico e costituzionale sono i promotori degli eventi per la commemorazione delle nove vittime dell’eccidio del 1943: Antonio Artioli, Vincenzo Bellocchi, Nello Ferretti, Eugenio Fava, Armando Grisendi, Gino Menozzi, Osvaldo Notari, Domenica Secchi e Angelo Tanzi.
La cerimonia istituzionale si aprirà giovedì 28 luglio, alle ore 17.30, davanti al cancello delle ex Officine Reggiane di via Agosti con la deposizione di un mazzo di fiori, quindi alle ore 18 al Tecnopolo (piazzale Europa 1) deposizione di una corona alla lapide che ricorda i caduti, alla presenza delle autorità cittadine. Porteranno i saluti il vicesindaco del Comune di Reggio Emilia Matteo Sassi e Giammaria Manghi, presidente della Provincia di Reggio Emilia. Seguirà un intervento di Maurizio Landini, segretario generale della Fiom Cgil.
La celebrazione sarà preceduta alle ore 15.30 nell’Aula 1 di palazzo Dossetti (viale Allegri 9) dalla presentazione del volume ‘Reggiane. Cronache di una grande fabbrica italiana’ di Michele Bellelli, Compagnia editoriale Aliberti.
IL FATTO – Il 28 luglio del 1943, a pochi giorni dalla caduta del regime fascista, nonostante l’entrata in vigore di norme molto restrittive sull’ordine pubblico, emanate dal governo Badoglio, che autorizzavano l’esercito e le forze dell’ordine anche a sparare contro ogni assembramento di manifestanti superiore alle tre persone, un corteo tentò di sfilare per le vie della città chiedendo la fine della guerra, chiedendo semplicemente la pace. Durante la manifestazione, ai cancelli delle ‘Reggiane’, l’esercito, nel tentativo di interrompere la mobilitazione, aprì il fuoco sulla folla. Nove operai delle ‘Reggiane’, tra cui una donna incinta, Domenica Secchi, rimasero uccisi.