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La settimana scorsa due maestre di 46 e 47 anni di una scuola pubblica dell’infanzia di Taranto sono state interdette dalla professione per avere maltrattato ripetutamente bambini di età compresa tra tre e cinque anni. L’indagine della squadra mobile ha permesso di documentare le percosse e il linguaggio offensivo e mortificante usato dalle due insegnanti, una delle quali è di sostegno ad un alunno disabile. Gli accertamenti erano stati avviati alla fine dello scorso annoscolastico dopo le segnalazioni dei genitori di alcuni alunni che avevano notato il cambio di umore dei figli. Sono stati i racconti di alcuni bambini, che avrebbero riferito ai loro genitori di non voler andare più a scuola perché non volevano avere più botte, a far scattare le denunce che hanno indotto la polizia ad avviare l’indagine. L’ordinanza di sospensione, della durata di due mesi, è firmata dal gip del tribunale di Taranto Vilma Gilli.

L’onorevole Tiziano Motti,  eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti, di fronte a questi filmati, ha reagito con grande sconcerto, al pari di milioni di altri italiani. Quel medesimo sconcerto che l’eurodeputato aveva tradotto in azione politica con un’interrogazione alla Commissione Europea in cui chiedeva alle istituzioni europee di uniformare le normative nazionali per consentire di installare negli asili e nelle scuole elementari sistemi di videosorveglianza interna ed esterna. «I filmati realizzati all’interno delle classi – spiega il l’on.Motti – dovrebbero essere conservati e accessibili alle forze di polizia, a semplice richiesta oltre che nel caso di indagini della magistratura su determinate ipotesi di reato».

In alcune strutture italiane esistono già sistemi di videosorveglianza che consentono ai genitori di poter seguire da casa, dal proprio computer, quanto avviene nelle classi. In questo modo i genitori possono rendersi conto dei metodi educativi adottati nelle strutture frequentate dai figli e verificare che si trovino in condizioni di serenità.