Un gruppo di avvocati e di psicologi a disposizione delle scuole superiori modenesi già nei prossimi giorni per intervenire, su richiesta, in incontri, assemblee e momenti di confronto dedicati ad approfondire gli interrogativi che nascono dalla vicenda di attualità relativa alla ragazza vittima di violenza. E’ un’iniziativa promossa dal Comune di Modena, in collaborazione con l’Ordine degli avvocati e l’Azienda Usl, e in accordo con l’Ufficio scolastico provinciale, che si aggiunge alle tante attività di informazione e prevenzione che si svolgono con continuità nelle scuole sui temi della legalità, contro le prevaricazioni e l’abuso di sostanze.
“La vicenda emersa in questi giorni ha colpito l’intera città suscitando numerosi dubbi, sia tra i ragazzi sia tra gli adulti, e rivelando una realtà di scarsa consapevolezza delle responsabilità personali, oltre che di fragilità dei rapporti umani: è importante, quindi, offrire subito opportunità di approfondimento e confronto, soprattutto nell’ambito scolastico”, ha spiegato il sindaco Giorgio Pighi illustrando l’iniziativa insieme all’assessore all’Istruzione Adriana Querzè, al presidente dell’Ordine degli avvocati Uber Trevisi e al responsabile del Sert Claudio Ferretti.
“L’obiettivo – ha aggiunto il sindaco dopo aver sottolineato il coraggio della giovane e della sua famiglia per aver denunciato la violenza – non è certo quello di entrare nel merito della specifica vicenda giudiziaria, ma di partire dagli interrogativi e dallo sconcerto che suscita in ragazzi e genitori per riprendere il filo di alcune questioni, come la mancanza di solidarietà in determinati contesti, cosa dice la legge rispetto a certi comportamenti e quali conseguenze possono comportare, cosa può essere considerato ‘normale’ e cosa invece ‘normale’ non può proprio essere, a meno di un’inquietante difficoltà a distinguere tra ciò che è bene e ciò che è male”.
Il contenuto degli incontri proposti, quindi, sarà di volta in volta adeguato alla situazione (assemblea scolastica, di classe, incontro con i genitori eccetera) ma con uno stile di ascolto per intervenire poi sugli specifici temi sollevati. Da parte degli esperti verranno fornite informazioni sui rischi che si corrono con determinati comportamenti, sia per quello che riguarda la salute sia per le responsabilità di fronte alla legge, e verranno richiamati alcuni principi e alcuni valori: dai limiti della libertà e al rispetto reciproco, fino al rifiuto della violenza.
TANTE LE INIZIATIVE DI PREVENZIONE IN CORSO
Negli ultimi tre anni incontri con oltre 2.500 ragazzi negli istituti. Al via appuntamenti per genitori e in novembre parte “Log-In” sulla violenza sulle donne
L’iniziativa che consentirà l’intervento, su richiesta, di avvocati e psicologi nelle scuole si affianca a quelle che si sono sviluppate negli ultimi anni. In particolare, con il coordinamento dell’ufficio per le Politiche sulla sicurezza, sono stati organizzati itinerari didattici su temi come sicurezza e legalità, uso e abuso di alcolici e sostanze, il bullismo, i reati di genere, truffe e raggiri con 300 incontri in tre anni e il coinvolgimento di oltre 2.500 ragazzi. L’iniziativa che parte ora, inoltre, si aggiunge a quelle già programmate, come l’avvio sabato 26 ottobre di un ciclo di appuntamenti rivolti ai genitori su droghe e alcolici (il primo incontro, dalle 9.30 all’aula magna dell’istituto Fermi, in via Luosi 23, è sul tema “Il mondo giovanile: valori, precarietà, stili di vita e consumi. Modelli sociali e comportamenti a rischio”), mentre in novembre inizieranno in diverse scuole superiori, coinvolgendo centinaia di studenti, i laboratori di “Log-In”, un’iniziativa dedicata espressamente alla prevenzione della violenza sulle donne che si innesta su un percorso avviato negli anni scorsi nell’ambito del progetto “Perspective”.
“Log-In” è finanziato dall’Unione europea e sviluppato dall’assessorato comunale alle Pari opportunità insieme al Centro documentazione donna con il sostegno del Progetto Europa del Comune. L’obiettivo è rendere i giovani consapevoli del problema della violenza di genere coniugata anche nel linguaggio dei new media e social network, proponendo modelli di rapporto tra i sessi basati sul rispetto reciproco.
Il metodo utilizzato è quello dei laboratori interattivi con esperti che cercheranno di rendere consapevoli i ragazzi di come le nuove tecnologie, e i social network, possono amplificare la diffusione di stereotipi di genere o incoraggiare la violenza. Alcuni studenti diventeranno a loro volta formatori e faranno lezione ai coetanei. Altre attività sono rivolte agli adulti: genitori e educatori.