A ottobre, in due appartamenti del Comune di Vignola, troverà casa la seconda fase del progetto dell’Unione Terre di Castelli sulla convivenza che interessa donne e madri sole che non possono fare affidamento sull’aiuto della rete parentale.

L’estensione è stata valutata a seguito della buona riuscita del progetto pilota avviato la scorsa primavera su un alloggio di proprietà del Comune di Castelnuovo Rangone. L’estensione consente di mettere in campo una maggiore disponibilità di residenze e di estendere il target anche a donne sole.

Il principale obiettivo del progetto è quello di aiutare le donne sole in situazione di disagio economico ed affettivo a raggiungere un discreto grado di autonomia di vita per diventare indipendenti e inserite nel contesto sociale. Infatti, le donne coinvolte saranno non solo destinatarie ma protagoniste, poiché l’impegno e la messa in gioco delle loro risorse personali costituisce il fondamento del progetto stesso.

I soggetti coinvolti saranno donne sole con figli minori e giovani donne, prive di rete familiare e amicale in grado di sostenerle sia economicamente, sia materialmente che moralmente.

Condizione fondamentale per l’inserimento, curato dal Servizio Sociale Professionale dell’Unione Terre di Castelli, sarà che le donne siano dotate di potenziali risorse di tipo personale, sufficienti a garantire la propria autonomia, e di tipo genitoriale, per assicurare la tutela e la cura dei bambini, unitamente alla volontà per uscire dal contesto assistenziale in cui si trovano.

L’aspetto residenziale si inserisce in un menu di azioni che vanno dalla creazione di una rete di aiuto sul territorio attraverso il coinvolgimento del volontariato, all’aiuto nel reperimento di un lavoro/ tirocinio, al sostegno da parte dei professionisti del servizio per rafforzare le relazioni tra le donne-conviventi alimentando forme di sostegno reciproco e di mutuo-aiuto, al sostegno individuale alla donna e ai minori.

Gli operatori svolgono un costante monitoraggio del progetto al fine di sostenere le donne in questo cammino verso l’autonomia e ricalibrare l’andamento generale del progetto e valutare le condizioni per permanere all’interno dello stesso.

Il progetto di inserimento nell’alloggio avrà una durata media di 9 mesi, rinnovabile, laddove, al termine del suddetto periodo, gli operatori coinvolti valutino l’opportunità di un ulteriore periodo di 3/6 mesi per continuare l’accompagnamento del nucleo.

In casi specifici possono essere coinvolti direttamente nel progetto operatori sanitari facenti capo all’AUSL quali Psicologo, Neuropsichiatra, Pediatra, Medico di medicina generale, nonché operatori dell’ASP “ G.Gasparini” quali Educatori SIL.

“I progetti di convivenza rappresentano una delle risposte, nell’ambito dei servizi sociali, ai nuovi bisogni dei cittadini che sempre più spesso, in un contesto socio-economico profondamente e repentinamente cambiato e non certo in meglio, si configurano come nuove povertà. – dichiarano il Presidente dell’Unione Terre di Castelli Daria Denti e l’assessore al Welfare Emilia Muratori – In sostanza “Donne e futuro” rappresenta un nuovo servizio alla persona che riesce, tra l’altro, a rispondere al tema della sostenibilità economica dei servizi, mettendo in campo risorse locali e l’impegno di tanti soggetti anche del volontariato, che si è già adoperato -come nel caso dei volontari di Protezione Civile- per la sua realizzazione”.