Nel Nord dell’Iraq, all’interno della regione “autonoma” kurda, fin dalla metà degli Anni ’90, sono decine di migliaia gli sfollati dai loro villaggi dalla regione kurda della Turchia, vittime della repressione dell’esercito turco.
In tutti questi anni, a seguito delle drammatiche vicende legate alla permanente instabilità politica e militare dell’intera regione – Iraq, Iran,Turchia e Siria – queste migliaia di profughi sono stati costretti a migrare da un campo all’altro nel Nord dell’Iraq: da Seranis a Biher, poi a Bersiv, ad Etrus, a Kiyamete, Ninova, Nehdara.
Negli ultimi anni sono stabili a Mahmura, nella provincia irachena di Mossul.
Può apparire facile citare l’elenco dei nomi di tutte queste località, ma per quelle famiglie la situazione era tragicamente segnata da vittime e sofferenze.
All’inizio, il campo profughi di Mahmura era un pezzo di deserto e senz’acqua poi, nel tempo e sotto la protezione delle Nazioni Unite, è via via diventato un luogo più vivibile.
Il controllo del territorio è del Governo Federale del Kurdistan-Nord Iraq, ma il campo ha un suo autogoverno autonomo con un Sindaco eletto.
In questo ultimo anno, la situazione del campo si è tragicamente aggravata con l’arrivo di altre migliaia di profughi siriani-kurdi,vittime della sanguinosa guerra civile in Siria.
Nel Campo di Mahmura non esiste un ospedale.
C’è solo un piccolo ambulatorio che può fare prelievi per qualche analisi del sangue.
Da qui, il nostro intervento per sostenere l’urgente necessità di costruire un piccolo ospedale nel campo, con almeno dieci posti letto.
Per loro, l’onere di edificare la struttura, per gli amici ed i sostenitori della cooperazione internazionale italiana, il compito di trovare un po’ di attrezzature.
L’altro giorno è così partito da Carpi un TIR carico di preziose attrezzature sanitarie usate, ma in buono stato – raccolte per iniziativa della Cgil e dell’Associazione “verso il Kurdistan” – e grazie alla sensibile disponibilità di tante amministrazioni locali sanitarie pubbliche e private.
Destinazione: il Campo di Mahmura, nella persona del suo “sindaco” Ahmet Ozer.
Di seguito l’elenco delle attrezzature sanitarie donate:
– 20 letti a movimentazione idraulica
– alcuni diafanoscopi per lettura lastre radiologiche
– due ventilatori polmonari
– un defibrillatore
– una fonte luminosa operatoria
– un aspiratore chirurgico
– un tavolo urologico-operatorio
– una lampada scialitica per piccoli interventi
– un microscopio
– 100 confezioni di gel disinfettante
(Franco Zavatti, Cgil Modena)