“Frutta e verdura anche di provenienza extraterritoriale e non di produzione propria, il posizionamento a volte in conflitto con le normali attività di vendita, il medesimo agricoltore/venditore presente a più d’un evento… e molto altro ancora”. Secondo Fiesa-Confesercenti Modena, il sindacato dei rivenditori di generi alimentari al dettaglio sarebbe quanto meno opportuno aprire una seria riflessione riguardo ai cosiddetti mercati dei produttori agricoli, “LA CAMPAGNA IN PIAZZA – MODENA A KM 0”, sostenuti dal Comune di Modena. “Niente in contrario su questo tipo di iniziativa, ma sarebbe indispensabile fosse regolamentata in modo da non incidere negativamente sul normale svolgimento delle attività commerciali, evitando così forme di concorrenza sleale – evidenzia l’Associazione – Per questo riteniamo che la bozza di regolamento avanzata dal Comune sia assolutamente da rivedere”.

Daniele Mariani, presidente di Fiesa-Confesercenti Modena prima di entrare nel merito, pensa siano doverose alcune precisazioni. “In primo luogo giusto ricordare che sono ben 13 i mercati dei produttori agricoli a km0 che settimanalmente si svolgono in diverse zone della città. 13 appuntamenti, molto spesso in prossimità, se non di fianco a negozi o centri di vicinato dove la vendita di frutta e verdura già avviene e dove sta determinando non poche frizioni. Fatto di per sé abbastanza singolare: se consideriamo che un ambulante in quanto tale per legge deve posizionarsi in un’area priva di esercizi commerciali, perché non è così per questi agricoltori?”.

Altro aspetto su cui pone l’accento Mariani è la vendita di generi ortofrutticoli non di propria produzione e non a km0: “Al fianco di prodotti nostrani, capita non di rado trovarne anche altri di provenienza extraterritoriale quali arance, limoni, olive… L’attuale normativa prevede che la maggioranza dei prodotti in vendita debba essere di produzione propria. Risulta però evidente che il resto può anche non esserlo. In questo caso dunque, perché sostenere che si tratta di agricoltori/rivenditori o peggio ancora di mercati a km0, quando invece di fatto non è così? La cosiddetta prevalenza, inoltre è da intendersi in valore economico: in che modo è possibile stabilire che il 51% del fatturato di questi agricoltori deriva dalla vendita di frutta e verdura prodotti autonomamente, data la difficoltà nell’operare a tal senso controlli, dal momento in cui le attività minime non sono tenute a rilasciare scontrino fiscale? Senza contare il non essere soggetti a studi di settore e di cavarsela con una diversa tassazione. Fattori discriminanti nei confronti di commercianti e ambulanti”.

Ma sono anche altri gli interrogativi che Fiesa Modena pone al Comune. “Come mai gli agricoltori nella molteplicità dei casi, avendo produzioni stagionali partecipano a questi mercati tutto l’anno? Qualche dubbio, sia concesso, sulla merce in vendita non può non sorgere. Sono mai stati fatti controlli relativi a merce, e prezzi? A parità di prodotto, il risparmio per il cittadino è veramente effettivo? Si è mai verificato se esiste la possibilità che agricoltori/venditori vadano a rifornirsi presso i mercati ortofrutticoli all’ingrosso? Non risultano eccessivi 13 mercati settimanali di questo tipo? Gli agricoltori effettivi poi quanti sono? Chi ha controllato se risultano in possesso di tutte le caratteristiche per effettuare la vendita, comprese quelle sanitarie e compatibilmente agli obblighi di legge? L’attività viene svolta da loro stessi o si tratta di dipendenti?

Un’infinità di interrogativi che per Fiesa meritano di essere chiariti. “In ultimo, ma non per minor importanza, riteniamo opportuno evidenziare che avendo scelto di spalmare i mercati a km0 nell’arco di vari giorni della settimana, non solo teoricamente, ma anche in pratica si offre la possibilità ai produttori che aderiscono a questo progetto di partecipare a più d’uno degli eventi sopracitati. Anzi, per assurdo l’agricoltore, con la sua merce potrebbe essere presente ad uno ogni giorno. Facendone una vera e propria professione che nulla ha di occasionale. Opportuna quindi anche un’attenta valutazione in merito, vincolando la limitazione alla partecipazione ai mercati agricoli ad esempio a non più di una volta a settimana facendo magari scegliere a quale partecipare”.

“Siamo a chiedere pertanto – prosegue Mariani – di rivedere il numero di questi mercati, le loro collocazioni e sollecitare un’intensificazione dei controlli da parte dell’autorità preposta”. Quanto alla bozza di regolamento, stilata dal Comune in materia, Fiesa-Confesercenti ritiene fondamentale quanto prima un incontro tra gli Assessori allo Sviluppo economico e All’ambiente con le Associazioni sindacali che compongono la Consulta del comune di Modena al fine di apportare modifiche atte a ripristinare il fine per cui erano nati i mercati agricoli a KM 0 ovvero la valorizzazione della filiera corta dei prodotti contadini stagionali, solo ed esclusivamente del territorio modenese.