edilizia_4Da una parte “far fronte alla sovrapproduzione di regolamenti che disorienta il cittadino”, dall’altra superare il modello “che aveva come obiettivo regolare l’espansione territoriale valutando preventivamente i progetti”. Il tutto per arrivare a “governare la riqualificazione e la rigenerazione, ricordando che nel rispetto delle prescrizioni costruire è un diritto, con l’amministrazione che controlla durante e dopo il processo”.

L’assessore regionale alla Programmazione territoriale, Alfredo Peri, presentando alla commissione Territorio, ambiente, mobilità presieduta da Damiano Zoffoli, il progetto di legge di iniziativa della Giunta su “Semplificazione della disciplina edilizia”, ne è sicuro: “Il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione va cambiato alle radici per quanto riguarda l’edilizia, bisogna alleggerire il sistema normativo per arrivare alla riduzione delle complessità”. Gli effetti, assicura Peri, saranno evidenti: “In teori,a grazie alla nuova Segnalazione certificata di inizio attività (Scia) i lavori possono iniziare in cinque giorni dal deposito dei documenti, poi spetta all’amministrazione in 30 giorni elaborare una valutazione di merito: dobbiamo renderci conto che c’è un cambiamento in corso, e che dobbiamo dotarci dell’attrezzatura adatta”.

L’assessore elenca tutte le principali novità del progetto di legge, per cui è già stata nominata relatrice la consigliera Anna Pariani (Pd), specificando come “il recepimento delle innovazioni statali non è effettuato in modo meramente riproduttivo, in quanto il progetto di legge tiene conto dell’esperienza giuridica e amministrativa che ha finora caratterizzato l’attività edilizia della nostra Regione”. Viene dunque rafforzato il compito dello sportello unico per l’edilizia quale interlocutore primario del cittadino; si conferma il ruolo consultivo della Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio, riducendolo però all’espressione dei pareri per il rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche e per l’esame degli interventi edilizi sugli immobili classificati di valore storico architettonico e testimoniale; si definiscono due soli titoli edilizi, la Scia e il permesso di costruire, discostandosi dalla disciplina di dettaglio statale, composta da tre titoli, prevedendo il ricorso alla Scia sostitutiva del permesso, comunemente chiamata Super-Scia, per realizzare gli interventi di nuova costruzione e di ristrutturazione urbanistica, qualora i piani urbanistici abbiano regolamentato puntualmente la loro esecuzione. Ancora: viene ampliata la casistica dell’attività edilizia totalmente liberalizzata, che ora include gli interventi di manutenzione ordinaria, le opere per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, il passaggio senza opere dall’uso abitativo agricolo all’uso abitativo urbano, gli interventi di pavimentazione e di sistemazione delle aree pertinenziali che non creano volumetria, i pannelli solari e fotovoltaici a servizio degli edifici e le strutture contingenti e stagionali la cui permanenza sia temporanea; viene inoltre definita la possibilità di proroga dei termini di validità dei titoli edilizi, per evitare che la scadenza dei termini della Scia costituisca un aggravio amministrativo per le imprese edili. E’ poi in programma la definizione, preventiva ed uniforme per tutto il territorio regionale, della modulistica e della documentazione da allegare ai titoli abilitativi; si stabilisce inoltre la distinzione tra modifiche al progetto iniziale che possono essere regolarizzate alla fine dei lavori, attraverso un unico titolo edilizio in variante presentato dopo il completamento delle opere, e modifiche, più rilevanti, che richiedono un nuovo titolo abilitativo, da acquisire prima della loro esecuzione; si introduce la possibilità di usare l’immobile in pendenza del procedimento di verifica della sua agibilità, in analogia con la disposizione prevista in materia di insediamenti produttivi, con la completa presentazione della documentazione richiesta che consente l’utilizzo immediato dell’immobile. Infine, si va incontro ad una completa revisione del sistema dei controlli, accorpando in due sole fasi i compiti di vigilanza dell’attività edilizia che attualmente il Comuni è chiamato a svolgere ripetutamente nell’arco dell’intero processo edilizio, e cioè il controllo iniziale sul progetto e quello finale sull’opera effettivamente realizzata.

Durante la discussione generale, Andrea Defranceschi (M5s) ha chiesto chiarimenti sui meccanismi di “asseverazione del passato da parte di professionisti che però non possono avere accesso a tutta la documentazione, specialmente quella più antica, a causa della disorganizzazione degli archivi di molti Comuni”. Marani (Pd) si è voluta sincerare sul fatto che “non crei problemi l’utilizzare la Scia come permesso di costruire in alcuni casi” e Andrea Leoni (Pdl) si è informato su “quante osservazioni espresse in sede di udienza conoscitiva, spesso configgenti fra loro, sono state poi riprese nella formulazione del testo”. Mauro Manfredini (Lega nord) ha ricordato “il congelamento da parte del Governo degli iter amministrativi degli strumenti di urbanistica locale” mentre Galeazzo Bignami (Pdl) ha ricordato l’importanza della “uniformità del diritto tra gli enti locali, altrimenti i meccanismi di semplificazione risultano vani”, oltre a domandare “se ci sono sanzioni per le pubbliche amministrazioni che non rispettano le scadenze”.