In occasione delle celebrazioni del bicentenario della nascita del Maestro Giuseppe Verdi, che si svolgeranno nel corso del’anno 2013, Alice Caradente e Alessandra Ziveri, componenti del Duo d’arpe Alchimia, hanno elaborato il programma da concerto Arpa d’or dei fatidici vati, incentrato sulle trascrizioni di opere verdiane per due arpe di autori italiani ottocenteschi. Il concerto straordinario si tiene sabato 17 novembre alle ore 16.30 in Rocca a Vignola all’interno della rassegna Suoni entro le mura organizzata dalla Fondazione di Vignola.

Grazie all’enorme successo popolare che ebbe il melodramma, nacque la tradizione di abbreviare le arie più conosciute ed amate dal pubblico per organici ridotti; si sentiva l’esigenza di riprodurre con uno o due strumenti la stessa magia del teatro, dai borghesi salotti dell’epoca, agli organetti popolari da strada.

Di pari passo con il consolidamento dell’arpa all’interno dell’orchestra, con ruoli di sempre maggiore responsabilità, dai primi anni dell’800 tutti i maggiori compositori la inserirono in organico, lasciandola completamente solista nell’accompagnare la voce o altri strumenti melodici.

Questo “retaggio da palcoscenico” fece sì che l’arpa approdò come strumento principe nella musica definita da salotto. L’entusiasmo per le opere di Giuseppe Verdi fu talmente forte, da incentivare moltissimi musicisti a comporre fantasie, pot-pourri, divertimenti sui temi delle arie più celebri e amate. Una parte importante del repertorio arpistico dell’800 è infatti costituita da brani di questo genere, che sono rimasti come pietre miliari nella storia dello strumento.

Dopo una profonda ed accurata ricerca nei fondi di archivi storici italiani ed esteri, il Duo Alchimia ha trovato spartiti originali per duo d’arpe di fantasie virtuosistiche, divertimenti, temi con variazioni e pot-pourri. All’epoca, era prassi eseguire in duo d’arpe anche i brani scritti per ‘arpa e pianoforte’.