«La Commissione Europea – dichiara Stefano Cavalli consigliere regionale della Lega Nord e primo firmatario della risoluzione – ha di recente iscritto nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette, l’aglio cinese Jinxiang Da Suan. Una decisione – spiega l’esponente del Carroccio – assunta nell’ottica di armonizzare la normativa comunitaria in base alle richieste dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) e, si presume, finalizzata a porre le basi per un mutuo riconoscimento internazionale delle denominazioni di origine dei prodotti alimentari. Se il provvedimento troverà l’auspicata reciprocità da parte del Governo cinese, – precisa Cavalli – ci saranno senz’altro effetti positivi sulle esportazione delle nostre eccellenze gastronomiche nel grande Paese asiatico dove oggi, purtroppo, sono commercializzati numerosi alimenti spacciati come italiani ma prodotti e confezionati in Asia. Il problema, però, si pone per quanto concerne le importazioni, la Cina, infatti, produce da sola cinque volte la quantità di aglio e la possibilità di commercializzarlo in Europa fregiandosi del marchio IGP rischia di avere conseguenze catastrofiche per i produttori europei come, ad esempio i produttori dell’aglio piacentino, prelibatezza riconosciuta e stimata a livello internazionale. È assurdo – sottolinea Cavalli – che l’Europa, così accondiscendente con la Repubblica Popolare Cinese, se la prenda, invece, comoda con i nostri produttori i quali non sono ancora riusciti a vedersi riconoscere il medesimo marchio IGP, forse perché questi ultimi, a differenza della superpotenza asiatica, non hanno “oliato” i politici di Bruxelles?
Al fine di predisporre azioni rapide e efficaci a tutela delle nostre produzioni tipiche- conclude il Consigliere leghista – come Lega Nord abbiamo presentato una risoluzione, sottoscritta anche dagli altri consiglieri piacentini e dalle altre forze politiche di maggioranza e opposizione, che impegna la Giunta ad attivarsi presso la Commisione Europea, di concerto con il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, al fine di consentire, anche mediante l’introduzione di apposite etichettature, una facile identificazione dei prodotti IGP realizzati al di fuori del territorio europeo. Visto il consenso unanime manifestato dall’Assemblea, confido che il documento sarà approvato, in tempi rapidissimi, nella prossima seduta utile».