La riapertura delle scuole è ogni anno un appuntamento importante per le famiglie e per la comunità tutta: è il momento in cui bambini, ragazzi, giovani sono chiamati a percorrere un nuovo tratto di quel percorso di formazione e di inserimento sociale che li dovrà condurre, preparati e competenti, ad assumere responsabilità e autonomia verso se stessi e verso la realtà storica, sociale, culturale nella quale sono destinati a vivere.

Per questo il “tornare a scuola” è sempre per genitori, insegnanti, cittadini ed istituzioni motivo insieme di entusiasmo ed apprensione, di attesa e scommessa, di impegno e aspettativa.

E’ naturale dunque chiedere alla scuola il meglio, l’eccellenza delle professionalità, la passione educativa ma anche la disponibilità degli strumenti più idonei perché essa sia per tutti un’efficace occasione d’apprendimento.

Un paese che guarda al futuro, che crede di avere un futuro e che questo debba essere migliore dell’oggi, sa che l’unica vera sfida è la preparazione delle nuove generazioni: le difficoltà del presente, le crisi, le carenze di risorse possono e forse debbono incidere in ogni settore, ma con la consapevole lungimiranza di salvaguardare prima di tutto e soprattutto la scuola e la formazione.

Purtroppo, però, il travaglio che la scuola italiana sta vivendo negli ultimi anni, sia esso di tipo culturale o legato ad interventi di natura economica, svela una colpevole cecità da parte dei nostri governanti e rischia di prospettarci un futuro molto più opaco e confuso del nostro stesso recente passato.

La riduzione del numero dei docenti e di personale in genere, delle ore di insegnamento, delle attività laboratoriali, la revisione dei modelli didattici ed educativi, a cui vanno aggiunti i mancati trasferimenti delle risorse per il funzionamento dei nostri istituti non motivano certo la fiducia.

Dopo i tagli dell’ultima finanziaria che già avevano inciso duramente, la manovra di giugno comporta, per la Regione Emilia Romagna, una decurtazione pari a 350 milioni di Euro, cui si aggiungono 50 milioni in meno sui fondi sociali per la Non Autosufficienza e l’impossibilità di utilizzare 250 milioni per il vincolo del patto di stabilità: un totale, per ora, di 650 milioni di euro!

La ricaduta, ovviamente, è la diminuzione di risorse dalla Regione agli Enti Locali e alle loro possibilità di sostenere i servizi e tamponare con contributi. là dove lo Stato non finanzia più e quindi, in questo caso, anche la nostra scuola.

Nella provincia di Modena, dove per altro le scuole vantano 19 milioni di Euro di credito con lo Stato, per l’anno scolastico 2010/2011 è stata prevista una riduzione di insegnanti sia alle Elementari, che alle Medie e alle Superiori! Ma, contemporaneamente, il numero degli studenti aumenta di oltre un migliaio di iscritti!

Per Fiorano, ad oggi, avremo una classe in meno a tempo pieno alle scuole Ferrari, una classe in meno a tempo prolungato alle medie Bursi, le classi prime e seconde delle Menotti di Spezzano con orario ridotto a 27 ore, anziché 30 e, quindi, con soli due rientri pomeridiani.

Il numero dei bambini continua a salire: 25 alunni nelle classi che accolgono diversamente abili certificati e punte di 28/30 per le classi prime: è immediatamente comprensibile quanto sarà arduo per i docenti, che non possono neppure più usufruire delle compresenze, affrontare le situazioni più complesse, i bambini con disturbi dell’apprendimento (dislessia, discalculia ecc..), i casi problematici anche se non certificati.

La riduzione degli insegnanti di sostegno costringe l’Amministrazione comunale a supportare gli alunni anche per 28/30 ore settimanali, con vertiginosi incrementi di spesa (parliamo di diverse centinaia di migliaia di euro); la diminuzione del numero dei bidelli unita ad un aggravio del loro impegno, dopo che la spesa per i contratti di pulizia è stata decurtata del 25%, li rende indisponibili per le funzioni ausiliarie, come lo scodellamento, l’affiancamento pre-scuola, la prenotazione pasti mensa ecc…, facendo prevedere per l’Ente Locale una maggiorazione di circa 110 mila euro per il prossimo anno; i tagli dei trasferimenti diretti dello Stato costringono, inoltre, le scuole a rivolgersi sempre più frequentemente all’Amministrazione anche per le spese di funzionamento o di materiale vario.

Se già lo scorso anno il Comune di Fiorano ha sostenuto un impegno di circa 3.700.000 Euro per la scuola, cosa ci aspetterà nel 2011? Sarà possibile mantenere questo trand?

E’ giusto, oltretutto, intervenire così pesantemente dove lo Stato è vacante, drenando risorse da altri servizi e settori che sarebbero più propriamente di competenza degli Enti Locali?

Nell’augurare comunque e a tutti, bambini e ragazzi, insegnanti e genitori, un proficuo anno di lavoro, assicurando da parte nostra tutto l’impegno possibile, restiamo in attesa che il dialogo aperto tra Amministrazioni e Stato centrale possa, almeno in parte, darci respiro.

(l’assessore alle politiche educative Maria Paola Bonilauri)