La recente delibera sui pubblici esercizi a Carpi è per la Filcams/Cgil un’occasione persa per affrontare concretamente il vero grande problema di questo settore. La priorità non erano infatti i menù multilingue, o l’obbligo per l’esercente di prevedere un concertino annuale a proprio carico. L’assoluta priorità per il Comune di Carpi – secondo Filcams/Cgil – doveva essere quella di mettere in atto iniziative concrete, per quanto di competenza, volte a contrastare l’immensa quantità di lavoro nero ed irregolare in bar e ristoranti. Si tratta di un fenomeno certamente non solo carpigiano, ma che a Carpi ha una virulenza superiore ad altre aree del territorio provinciale. Quale il ruolo di un’amministrazione locale nel contrasto al lavoro nero nei pubblici esercizi? Quello, ad esempio, di affidare alla Polizia Municipale un ruolo di controllo in questo senso, anche considerato che sovente al lavoro nero si aggiungono problemi di legalità tout court. Quello, ad esempio, di prevedere l’obbligo di un cartellino di riconoscimento (nel rispetto della privacy) per chi opera in un bar.

Sicuramente quello di cercare collaborazioni con gli Enti preposti ai controlli, (Guardia di Finanza, Ispettorato del Lavoro, Inps e Inail) per intrecciare i dati ed esprimere una maggior efficienza. Oggi è possibile per l’amministrazione locale sospendere una licenza a fronte di schiamazzi al di fuori del locale, o multare l’esercente se un tavolino è al di fuori degli spazi previsti. Nulla accade, per il Comune, se all’interno di un pubblico esercizio vi sono lavoratori irregolarmente occupati, privi di formazione e conoscenze, in aree dove si maneggiano e si producono cibi e bevande.

La nostra proposta più importante – continua Filcams/Cgil – era quella di prevedere la sospensione della licenza a chi fa utilizzo di lavoro irregolare, sino al ritiro, da parte del Comune, nei casi più gravi. Purtroppo l’Assessore Morelli non ha tenuto in considerazione le nostre proposte, costruendo una delibera che risponde in modo perfetto alle diverse esigenze poste dalle Associazioni datoriali. Nelle nostre proposte non vi era alcuna volontà punitiva nei confronti di un settore che occupa centinaia di addetti a Carpi. Al contrario avremmo voluto che alle nostre richieste aderissero anche le Associazioni che rappresentano i titolari di bar e ristoranti che operano in modo regolare, e che soffrono oggi della sleale concorrenza di soggetti privi di scrupoli. Avanziamo infine la richiesta, all’Assessore Morelli, – conclude il sindacato – di riaprire il tavolo di concertazione, per affrontare nel modo più concreto possibile il tema del contrasto al lavoro nero ed irregolare nei pubblici esercizi di Carpi.

(Filcams/Cgil Carpi)