Sono stati gli agenti della III Sezione della Squadra mobile e del commissariato di Carpi ad eseguire il provvedimento di fermo emesso dal procuratore aggiunto della Repubblica e dal pubblico ministero titolare dell’indagine a carico di C.C. figlia di Guido Caliti, il pensionato 88enne trovato cadavere la mattina di venerdì 12 febbraio con il cranio fracassato sul divano di casa a Carpi. Omicidio volontario pluriaggravato il reato contestato.

La donna, 48 anni, avrebbe attraversato un periodo di grave difficoltà economica e una delle discussioni con il padre sarebbe sfociata nel raptus omicida tra l’11 ed il 12 febbraio, quando l’anziano fu colpito alla testa per sedici volte con un corpo contundente, subendo lo sfondamento della teca cranica.

Tutte le indagini sono state svolte con l’aiuto degli esperti del gabinetto provinciale di polizia di Modena e delle squadre del gabinetto regionale di Polizia scientifica di Bologna le cui attività, “essenziali sia per l’effettuazione di mirati sopralluoghi sulla scena del crimine sia per le repertazioni e le successive attività di laboratorio – sottolineano gli investigatori -, hanno consentito in tempi brevi di raccogliere univoci elementi di colpevolezza a carico della donna”.

Sul giubbotto della presunta omicida erano state trovate delle macchie di sangue appartenenti al padre, giustificate dalla donna con l’estremo tentativo di soccorrere l’uomo riverso sul divano nell’appartamento che abitava da solo.