La Consulta A (Tutela e valorizzazione delle risorse ambientali, territoriali, naturali, storico-artistiche e archeologiche) del Comune di Carpi, nella seduta del 15 gennaio scorso, ha approvato una mozione, che riportiamo di seguito.

PREMESSO CHE

L’ACQUA È UN BENE ESSENZIALE ED INSOSTITUIBILE PER LA VITA. PERTANTO, LA DISPONIBILITÀ E L’ACCESSO ALL’ACQUA POTABILE ED ALL’ACQUA NECESSARIA PER IL SODDISFACIMENTO DEI BISOGNI COLLETTIVI, COSTITUISCONO UN DIRITTO INVIOLABILE DELL’UOMO, UN DIRITTO UNIVERSALE, INDIVISIBILE CHE SI PUÒ ANNOVERARE FRA QUELLI DI RIFERIMENTO PREVISTI DALL’ ART. 2 DELLA COSTITUZIONE; A PARTIRE DALLA PROMULGAZIONE DELLA CARTA EUROPEA DELL’ACQUA (STRASBURGO 1968) LA CONCEZIONE DELL’ACQUA COME “BENE COMUNE” PER ECCELLENZA SI È AFFERMATA A LIVELLO MONDIALE.

Il “bene acqua”, pur essendo rinnovabile, per effetto dell’azione antropica può esaurirsi: è quindi responsabilità individuale e collettiva prendersi cura di tale bene, utilizzarlo con saggezza, e conservarlo affinché sia accessibile a tutti nel presente e disponibile per le future generazioni.

CHIEDE

al Consiglio Comunale di Carpi di approvare e fare propri i seguenti principi:

l’acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato;

la disponibilità e l’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile sono garantiti in quanto diritti inalienabili e inviolabili della persona umana e si estrinsecano nell’ impegno a garantire ai cittadini un minimo vitale giornaliero;

la proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntante a criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici;

il consumo umano delle risorse idriche deve avere la priorità rispetto ad altri usi;

il servizio Idrico Integrato è un servizio pubblico essenziale, di interesse generale, privo di rilevanza economica, e come tale non soggetto alla disciplina della concorrenza ma che deve essere gestito con meccanismi che garantiscano la partecipazione sociale e di introdurli nel proprio Statuto Comunale.