TeatroCarpiLa quarta giornata di VIE Scena Contemporanea Festival comincerà al Foro Boario, alle 17, con l’incontro con la redazione di ART’O, rivista nota al pubblico del teatro e non solo, uno spazio di riflessione, di cronaca e testimonianza sullo stato del teatro e delle performing arts. L’approfondimento proposto in concomitanza con l’uscita dell’ultimo numero della rivista è l’occasione per riflettere sullo stato della critica.  Per fare questo il nuovo numero di Art’O si interroga sulla parola “emozione”, tornando alla sua base biologica e all’idea di movimento che essa contiene. Introduce l’incontro il direttore della rivista Gianni Manzella. Il programma degli spettacoli si apre con l’appuntamento, negli spazi dell’ITIS Fermo Corni alle ore 19 dove Belarus Free Theatre, porterà in scena Zone of Silence. Lo spettacolo è suddiviso in tre parti legate da un filo comune: l’invito a riflettere su diversi argomenti di cui non è consentito parlare apertamente nella società bielorussa: l’infanzia difficile, la diversità, le cifre statistiche.Nel primo capitolo gli attori raccontano le storie della loro infanzia: le umiliazioni subite nella scuola materna, un tentato suicidio per un amore infelice, il rapporto con un padre imprigionato due volte e l’ultimo incontro in ospedale con la madre di uno di loro. Ogni storia, raccontata con estrema sincerità, tenta di rispondere alla domanda su come le ferite dell’infanzia influenzino le nostre vite. Questa prima parte si conclude con la storia di Vika Moroz, bambina bielorussa di dieci anni divenuta ostaggio dell’attuale sistema politico bielorusso, strappata alla coppia di genitori italiani che lei considera come suoi genitori.Il secondo capitolo è una panoramica sugli “altri”, su coloro che vivono l‘oppressione di un immotivato attacco sociale: un gay bielorusso di colore, una donna sola innamorata di Lenin; un senzatetto con una grande passione per la danza. Cosa li ha spinti ai margini della società? Nel terzo capitolo, infine, gli attori tentano di comprendere sterili dati statistici attraverso un contatto non verbale con il pubblico. Perché la Bielorussia è al primo posto in Europa per numero di suicidi? Quanti bambini vengono abbandonati negli orfanotrofi? Qual è il tasso di disoccupazione in Bielorussia e quante persone sono condannate alla sussistenza?

Sempre lunedì 12 alle 21.30 alla Rocca di Vignola, sarà possibile vedere Eremos, frutto del lavoro di due anni che il maestro greco Theodoros Terzopoulos ha condotto, insieme a Paolo Musìo, su La persuasione e la rettorica, tesi di laurea del filosofo ebreo di lingua italiana Carlo Michelstaedter. Il suggestivo luogo della Rocca diventerà evocativo spazio scenico abitato da una scultura creata per l’occasione dall’artista greco Jannis Kounellis, protagonista dell’Arte Povera. Eremos si avvale del sostegno produttivo di Emilia Romagna Teatro.

All’ex ospedale Sant’Agostino la compagnia Dewey Dell, fondata a Cesena da Teodora Castellucci con Agata Castellucci, Demetrio Castellucci ed Eugenio Resta, proporrà a’ elle vide (ore 21.30) e Kin Keen King (ore 22.30). Nel primo spettacolo c’è una raffinatissima cura nei costumi, nelle luci, negli effetti sonori, che conferma la forte matrice estetica ereditata dalla Socìetas Raffaello Sanzio. Le giovanissime figlie d’arte, Teodora e Agata Castelucci, mettono in scena nello spettacolo a’ elle vide la loro visione dell’animalità di un gallo e di uno scorpione in una performance originale e convincente. La messa in scena è vicinissima all’immedesimazione e ci inoltra in un mondo di animalità ancestrale, di ritualità che appartiene alla natura. Il gesto è pulito, netto, velocissimo, il movimento delle braccia sembra quello di due asce, le mani disegnano figure continue.Teodora e Agata donano ai due animali un’eleganza nobilitante, ma solo dopo averne estratto la loro naturale, bestialissima essenza. a’ elle vide è il primo lavoro di Dewey Dell con cui le sorelle Castellucci ricevono la menzione speciale al concorso GD’A 2007 della Regione Emilia Romagna e partecipano all’Aerowaves 2008 a Londra. Kin Keen King, invece, è la performance vincitrice della sezione “Nuove creatività” all’interno del progetto “Fies factory One”, sostenuto dall’Ente Teatrale Italiano. La pièce si basa sulla presenza di Kin Keen King, esseri epifanici che nascono nascosti. Il loro corpo non permette di vedere delle parti, ma, al tempo stesso, si ha come l’impressione di scorgere più figure insieme. Grazie a questa sottrazione formale si può immaginare di vedere un albero, per esempio, o una macchia d’inchiostro, un orso, un istrice. Il movimento è ciò che restituisce un senso a questi esseri misteriosi: senza la danza, infatti, sarebbero oggetti puramente ornamentali. Kin keen king sono tre persone, sganciate le une dalle altre, che non sono personaggi di un racconto. Unica e indiscussa protagonista della rappresentazione è l’oscillazione, da un essere all’altro, da un luogo all’altro.

Scritto e diretto da Jean-Benoît Ugeux, promettente regista belga, S.P.R.L. sarà replicato domani sera al Teatro delle Passioni (ore 22) in esclusiva italiana. Famiglia e lavoro nella società occidentale sono al centro dello spettacolo, che pone sotto una virtuale lente di ingrandimento ed osserva, dissacrandoli, le inaspettate somiglianze di due comunità apparentemente assai lontane. L’esame avviene con una commedia feroce in cui opera una sorta di vivisezione ottica, di entomologia dei comportamenti e dei valori. S.P.R.L. è una produzione del progetto Prospero.

Tra gli eventi collaterali a VIE lunedì proseguono gli appuntamenti di Parabole organizzati in collaborazione con la Biblioteca Delfini di Modena , il laboratorio guidato da Magda Siti e Gerardo Guccini, che dal 1999 sperimenta in piccoli gruppi le varie forme della narrazione. Alla Biblioteca Delfini (Corso Canalgrande 103, ore18,30) Luca Scarlini presenta Le rose di Angelica. Un carillon per Il Gattopardo. Scarlini ci accompagna tra le pagine del Gattopardo seguendo il ritmo e la musica delle parole. Una lettura/esecuzione che ricostruisce il paradigma musicale del romanzo, vero e proprio sistema narrativo attraversato da allusioni e parallelismi. Non solo nella celeberrima scena finale del ballo, ma più sottilmente in tutta la tessitura dall’inizio alla fine dell’opera. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti.

Il programma dettagliato di VIE è consultabile online: VIE Festival Modena.