economia2Con un aumento dell’occupazione dello 0,3% l’Area Nord si segnala come zona più dinamica per ciò che riguarda il saldo assunti-licenziati nelle imprese sino a 50 dipendenti monitorate da CNA, un indagine che, per quanto riguarda il territorio della “Bassa”, ha coinvolto 717 imprese per oltre 3.340 dipendenti.

Un dato apparentemente positivo, però, che non deve illudere, perché nel secondo trimestre abitualmente la situazione in passato è stata ben migliore, con un’occupazione in crescita che negli ultimi sei anni ha tenuto una media, nel periodo aprile-giugno, del +3,3%.

A livello di comparti, al pari di quanto avviene in tutta la provincia, è il manifatturiero quello dove si registra un evidente arretramento, dovuto essenzialmente alla crisi della meccanica, che nel periodo considerato diminuisce del 3,5%. In lieve calo anche il biomedicale, mentre si segnala una incoraggiante crescita nel settore tessile.

Il comparto costruzioni è sorretto dalla buona performance nel segmento dell’impiantistica (dove la crescita è alimentata dal fotovoltaico e, più in generale, dagli interventi legati all’efficienza energetica). E’ proprio grazie all’impiantistica che il settore tiene malgrado il calo – ancorché non eclatante – subito dall’edilizia (-1,2%).

L’andamento dei contratti a termine nel turismo spiega il lieve incremento occupazionale nel settore (sette posti di lavoro in più, che, a causa dei piccoli numeri che caratterizzano questo comparto, valgono una crescita del 2,2%).

Nell’ambito dei servizi, si registra una sostanziale stabilità, sia per ciò che riguarda le attività di supporto alle imprese come i trasporti, sia per quanto concerne i servizi alla comunità (autoriparazioni -0,8%, estetica e acconciatura +2%).

 

Per ciò che riguarda, invece, la tipologia dei contratti stipulati dalle imprese, mentre si assiste ad una contrazione del lavoro a tempo indeterminato (-1,8%, che si riduce a -1,5% per i lavoratori italiani e aumenta al -3,7% per quelli stranieri), crescono i contratti di apprendistato (+1,9%) e, soprattutto, come di consuetudine in questo periodo, quelli a tempo determinato (20,1%).

I contratti a tempo indeterminato rimangono, comunque, quelli di gran lunga più numerosi, rappresentando, nel campione preso in esame, l’82% del totale

Non cambia la percentuale di lavoratori stranieri sul totale, che rimane assestata al 14,9%, sette decimali in più rispetto al dato medio provinciale (14,2%), ma ben lontana dai massimi toccati nel distretto di Vignola (16,6%) o Castelfranco (16,5%).

<Non ci illudiamo – commenta Andrea Barbieri, neo eletto presidente della CNA di Mirandola e dell’Area Nord – che questi dati rappresentino l’uscita dalla crisi. Anzi, una crescita così bassa in un trimestre che in passato si è sempre contraddistinto per dinamiche ben più elevate, suona come allarmante in vista di un terzo trimestre che, al contrario, tendenzialmente è il peggiore dell’anno, a causa delle cessazioni dei contratti a termine estivi>.

<L’analisi, poi, conferma una volta di più, semmai ce ne fosse ancora il bisogno, la situazione di crisi in cui versa la meccanica, il settore più in sofferenza tra tutti quelli esaminata, ma anche quello su cui si fonda l’economia locale. E’ chiaro, quindi, che ogni operazione di sostegno all’economia non può prescindere dal porre una particolare attenzione appunto alla meccanica e dall’individuare incentivi per le nuove attività in grado di intercettare quelle professionalità che rischiano di essere espulse dal mondo del lavoro e che ancora tanto possono offrire alla competitività del nostro sistema produttivo >.